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AEROPORTO DIALETTALE DELLO STRETTO

SENTI CHI PARLA E’

FORSE L’UOMO DELLE CAVERNE?

Siamo nella città di Giufà, di Pantalone, di Giuaduija, di Stenterello, del dottor Balanzone, di Pulcinella, di Tartaglia, di Meneghino, di Arlecchino, di Brighella, di Buzzante, di Capitan Spaventa, di Gioppino e di Narciso. La scelta ai novelli contestatori rifugiatisi nella caverna della deceduta SOGAS. Diciamo meglio dei cavernosi. Infatti, per Platone questa cità metropolizzata è un luogo d’ignoranza politichese, di sofferenza e di punizione, in cui le lingue forbite sia degli uomini che della politica ne hanno tratto vantaggi, sono imprigionate nella caverna degli dei che fecero fallire rubando la società dei dottori avvocati e dei commercialisti consulenti e curatori generosi. Dice Platone nella “Repubblica”, descrivendo il famoso mito che vivono dentro una dimora sotterranea negli anfratti dei palazzi che non profumano di istituzioni e dove si grattano e vincono rubacchiando. I cavernosi vi stanno dentro fin da fanciulli, incatenati all'albero della cuccagna gambe e collo. Tale è la situazione dei personaggi citati in apertura, infatti, secondo Platone la caverna è la loro buffa immagine. Il simbolismo platonico ha quindi un significato oltre che cosmico soprattutto etico e morale. La caverna è il proiettarsi delle ombre che rappresentano l’aeroporto del lardo che il nano e suoi predecessori e successori si sono mangiati a ganasce spalancate. Accade, Platone non lo sa, che tra i ragazzi della CGIL prende posto il perfezionista della bolla d’aria e di sapone che Victor Hugo, definisce il simbolo della creazione effimera e gratuita che scoppia all'improvviso senza lasciare traccia, soltanto una delimitazione arbitraria e transitoria di un po’ d’aria tinteggiata da volgar dialetto in uso nei palazzi metropolitanizzati e prima ancora.

I ragazzi della CGIL, accettano di buon grado l’irruzione dell’uomo dalle bolle d’aria e di sapone, che scoppia: “grandi difensori dei lavoratori, VAITI E MAZZATIVI TRADITORI”. Mamma santissima chi è costui? Lui! Chi è lui? E’, anzi era l’assessore al patrimonio edilizio: lo 007 con licenza d’assegnazione case e casini. I primi a condividere la bolla d’aria e sapone sono il figlio e Emiliano Ragno, i quali esclamano: “un sindacato che non difende i lavoratori, che tristezza”. Quasi. Ora, entriamo nella trinità: padre, figlio e spirito santo. Sono il trifoglio a tre foglie, un insieme che comprende il trono che tuona, il figlio e al centro lo spirito quasi santo.

VAITI E MAZZATIVI!


Dimenticavo, il CTU PORCINO

è stato nominato da Raspa consulente di una

società collegata all’ex Provincia dove era impiegato a mille euro al mese il Presidente del C. Regionale, Irto.




Francesco Gangemi


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