MATACENA E LA SOGESCA NEL PORTO DI TUTTE LE MAFIE
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- 22 mar 2017
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04.07.2000 INTERROGATORIO DI LIBERATI GIANCARLO

La Cronaca nera del porto di tutte le mafie è lunga e coinvolge il famigerato “Pacchetto Colombo”, che ha avuto il “merito” di trasformare la mafia da agricola in imprenditoria. Difatti, quel quinto centro siderurgico quando era in crisi la siderurgia e in mancanza di materia prima che potessero eventualmente creare sia pure un moderato sviluppo economico, grazie al signor RAVANO e ai Piromalli è stato convertito in porto e lo sbancamento affidato alla società appunto dei Piromalli e altre cosche collegate. Il signor Prodi ha autorizzato l’allungamento della banchina a tre chilometri lineari e i container si muovono, si fa per dire, dentro l’area portuale dove ha fatto la sua fortuna don Carlo Montesano, con una baracca sorvegliata a vista dalla figlia, al quale sono stati affidati i servizi di pulizia dei piazzali e l’eventuale intervento di riparazione dei container la cui prima fattura è stata emessa il giorno prima della legittimità dell’attività. Comunque, il problema degli imprenditori disonesti fu soltanto l’obbligo di scegliere tra le cosche di Gioia Tauro e di Rosarno. Il risultato occupazionale s’è risolto con l’assunzione di circa seicento peones mentre la MDC e la Conschip si sono arricchite e i dirigenti dell’ASI ne hanno tratto grandi vantaggi addirittura impiegando i propri figli in banche inglesi. Le aree concesse dall’ASI, presidente Fragomeni Giuseppe e direttore generale Cosentino, alle ditte del Nord, che intascavano il denaro pubblico della legge allora in vigore n. 408, e poi sparivano. La mia battaglia condotta dal giornale “Il Dibattito”, contro la corruzione dilagante e contro tutte le mafie, è terminata con l’arresto del signor MALVINO, che s’inventò l’OTOBREDA con conseguente fallimento e licenziamento dei lavoratori, e una condanna da me rimediata presso il Tribunale di Catanzaro su denuncia querela dell’allora procuratore della Repubblica di Palmi, dr COSTA.
Continuo con l’interrogatorio condotto da PENNISI, a Giancarlo LIBERATI.
Parte II°. Con la lettera “L” indico Liberati, e con le lettere “PM” Pennisi.
L: infatti io che lei è venuto e il dottore Pennisi (pensava dovesse essere Boemi NDR)… PM: E’ impegnato, era impegnato… L: è impegnato per altre… approfìtto di questa sua presenza per fare questa deposizione in merito a questa… questa dichiarazione in merito al processo Porto (sul cui svolgimento ritorneremo NDR) e poi mi rinvio in coda a questa… a questa deposizione di dirle anche i motivi della mia comunque volontà a continuare a collaborare… PM: questo è importante… L: e le riserva che io ho espresso allora e le esprimo adesso… quindi ritornando al discorso del processo Poro, su una domanda del dottore Pennisi, riferita sui motivi che mi avevano portato a lasciare il lavoro io dissi all’epoca che il 15 gennaio del ’97 feci un fax alla TONDINI che poi è stato messo agli atti e confermato anche dalla TONDINI stessa, di rinuncia al lavoro… nel fax io adducevo dei motivi prettamente di carattere societario, mi riferivo alla variazione dell’assetto societario e quindi alla fuoriuscita dei soci di maggioranza MATACENA che avevano il 51% delle quote societarie… PM: mi scusi se la interrompo, se io non ricordo male lei aveva detto in precedenza che questo sub/appalto stiamo parlano quindi del sub/appalto che le aveva fatto ottenere l’onorevole MATACENA recandosi con lei a Roma… L: presso la sede della TONDINI… PM: dove vi furono incontri anche con il presidente SERAFINI… L: on. Aldo SERAFINI il presidente della TONDINI con il signor SERRANO’ e con il cugino dell’on. MATACENA… PM: e co… L: Giovanni LICASTRO… in quella che si iniziò da prima con il caldeggiare la posizione del SERRANO’ che è legato da amicizia essendo padrino di un cugino di MATACENA Amedeo e per i lavori del primo lotto… successivamente quando iniziarano i lavori del secondo lotto peraltro molti attesi anche dal SERRANO’ che si era prodigato in quel periodo a intrattenere rapporti con i vertici ASI in particolare con il Presidente (Giuseppe FRAGOMENI NDR) e con il direttore COSENTINO (un binomio perfetto ndr), in merito alla possibile assegnazione alla TONDINI come segno di continuità e i lavori del primo e secondo lotto… c’era però un motivo di base che fece interrompere i contatti, anzi creò dei dissidi tra la famiglia MATCENA e il SERRANO’ ed era stata la volontà dell’on. MATACENA di fare assegnare una parte cospicua di lavori non soggetta sub/appalto in quanto la SOGESCA non aveva iscrizione all’albo costruttori ma bensì sotto forma di fornitura in opera, che pur essendo sottoposta alle leggi antimafia per i controlli non… non prevedeva l’iscrizione all’albo nazionale costruttori, mentre invece il SERRANO’ essendo iscritto all’albo costruttori avrebbe dovuto eseguire dei lavori inerenti agli sbancamenti che… per i quali serviva l’albo dei costruttori… PM: parlando, mi scusi, del SERRANO’ lei fa riferimento all’impresa che mi pare porta il nome… L: D’AGOSTINO… PM: ecco… L: di MARIA MUSARAFITI… PM: ecco…L: di cui l’amministratore era… PM: era il SERRANO’… L: era il SERRANO’ si, pertanto il SERRANO’ la prese molto al male il fatto che gli furono tolti questi circa miliardi di lavoro e ci furono dei dissidi in quel periodo, però la SOGESCA che era entrata in pieno regime con i lavori della Scuola Carabinieri (la cui realizzazione ricorderà l’allora colonnello CETOLA che chiamavano “eccellenza”, è dovuta a chi scrive nonostante fosse fortemente ostacolato da tutto lo schieramento politico “la sanità bruciava quattordici miliardi di lire per anno contabile che si trasformavano in tangenti mentre i ricoverati vivevano in una condizione igienica da lagher e gli rubavano finache le pensioni”, sgomberato il primo manicomio nel mondo nella mia qualità di Presidente dell’ex USL 31, la più grande d’Italia per estensione territoriale e densità demografica NDR) con una enorme mole di personale che era diventato per le vicende che io poi ho raccontato negli altri procedimenti ancora in corso non sostenibile e quindi aveva bisogno di ulteriori grossi appalti per giustificare sia la parte contabile che la presenza di tutto questo personale (LA CORRUZIONE DILAGAVA SOSTENUTA DALLE COSCHE SOPRATTUTTO POLITICHE NDR) … di fatto poi nella rottura che ci fu nel novembre 96 con i MATACENA per le perdite cospicue del bilancio da me riscontrate e per tutta la situazione sempre oggetto di altro procedimento del Tribunale di Reggio Calabria, io rimasi in attesa di segnali positivi sul da farsi, cioè sulla affinché i MATACENA mi dicessero se avevavno intenzione di rimanere o no, arrivati a gennaio TONDINI mi pressò per iniziare i lavori avendo il Consiglio di Stato svincolato la riserva a favore della TONDINI per il famoso ricorso al TAR della FERROCEMENTO, quindi i lavori furono riassegnati alla TONDINI e io in quella occasione fui contattato ufficialmente dall’ingegnere MONTI della TONDINI con un telegramma, la SOGESCA fu contattata e io mi misi in contatto il consulente tecnico della TONDINI l’ingegnere FONDACARO Gesusele mi contattò e mi fissò un appuntamento presso L’Euromotel di Gioia Tauro… PM: quindi i lavori ancora da iniziare… L: ancora da iniziare si, le premetto che l’ing. FONDACARO era si era dimostrato fino alla fine dell’anno 96 persona disponibilissima a seguire la SOGESCA anche perché venne indirizzata dalla TONDINI verso questo tipo di contratto e per altri motivi che poi di fatto ho scoperto solo successivamente… PM: ma i suoi rapporti a quando risalivano?... L: ma dall’autunno 96… PM: uhm… L: erano successivamente a cavallo dalla firma del contratto insomma a cavallo…”.
FINE PARTE II°
Francesco Gangemi
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