PRESIDENTISSIMO parte V°
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- 15 mar 2017
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Riepiloghiamo. Il signor Bruno MOLLICA, ucciso con modalità tipicamente mafiose e nonostante l’omicidio si sia consumato in Bianco e benché il paese sia dominato da un’intoccabile cupola massonica, è molto strano come non siano stati individuati e arrestati i mandanti e gli esecutori.
D’altronde altri omicidi sono rimasti negli scaffali polverosi degli archivi specie nel periodo cui era in vita una strana persona che s’identificava come “IL SATELLITARE”. Questi sembra avesse buoni rapporti con il Tribunale di Locri.
Sarà vero? VOX POPULI, VOX DEI, questa sentenza, largamente diffusa, trae origine da un versetto della Bibbia, ma se ne ignora l’autore.
Allora, Bruno MOLLICA, appartenente alla cupola, è stato ammazzato poiché non in grado a convincere il fratello, signor Paquale, a rimettere le querele nei confronti del delinquente usario BONFA’ e anche dell’allora Presidente del Tribunale di Locri dr Ielasi, e di altri chiamati in causa. Per quanto riguarda la posizione di BONFA’, da non dimenticare che il signor PASQUALE era proprietario di un terreno dov è stato realizzato il residence “ALA AZZURRA”.
L’usuraio costringe il signor Pasquale a venderglielo per la misera somma di venti milioni di vecchie lire. Se il BONFA’ avesse perso la causa su querela del signor Pasquale, i due fratelli BRUNO e appunto PASQUALE, sarebbero divenuti i maggiori azionisti del residence.
Prima dell’omicidio, probabilmente nel mese di maggio/giugno 2004, comunque qualche mese prima dell’uccisione del geometra Mollica Bruno, si sono presentati nel Bar il fratello del signor Pasquale, Bruno, e il dottore Ielasi Giuseppe, fratello del Presidente del Tribunale Di Locri. BRUNO, con voce minacciosa impone al fratello di rimettere le querele contro il BONFA’ Damiano e chiaramente contro gli altri, altrimenti gli avrebbero fatto “IL CULO COSI’”.
Il signor Pasquale risponde che non avrebbe mai ritirato le denuce perché vuole e cerca giustizia. BRUNO, con linguaggio violento insiste affinché il fratello ritiri le querele. A un certo punto il germano del Presidente del Tribunale di Locri, il cardiologo, chiede con aria minacciosa chi fosse il suo avvocato difensore e il signor Pasquale risponde: l’avv. Francesco NIRTA. Il fratello del Presidente del Tribunale, di rimando:
“ORA CE LA VEDIAMO NOI, TU RITIRA LE DENUNCE CHE HAI FATTO CONTRO BONFA’ E CERCA DI FARE IL BRAVO, ALTRIMENTI AVRAI DELLE CONSEGUENZE”.
Domanda che rivolgo con la massima cortesia anche al signor Giudice Monocratico che mi sta giudicando su querela per diffamazione presentata dal presidente del Tribunale di Locri:
è inimmaginabile che il fratello del cardiologo, cioè l’allora Presidente del Tribunale di Locri, non fosse a conoscenza del comportamento violento e minaccioso tenuto dal proprio congiunto nei confronti del signor PASQUALE all’interno del suo (di Pasquale) esercizio commerciale?
Il Presidente del Tribunale di Locri, dr Ielasi, è coinvolto nelle denunce presentate dal signor Pasquale giacché il Comune di Bianco scarica la responsabilità dei danni avuti dal querelante sul presidente del Tribunale di Locri poiché i suoi terreni ne sono stati la causa.
Si dice che sarebbe stata intercettata una telefonata fatta dal killer all’architetto Lombardo:
“PORTATEMI I DUCENTOMILA EURO DEL LAVORO ESEGUITO, SENNO’ FARAETE LA STESSA FINE DI BRUNO MOLLICA”.
Prima di scoplire sulla pietra tombale di Bruno, altri importanti particolari, ricordiamo agli smemorati che non è intervenuta la Procura Distrettuale di Reggio Calabria
(IL FASCICOLO E’ STATO RESTITUITO AL MITTENTE DALL’ALLORA SOSTITUTO DR FRANCESCO MOLLACE PER, A SUO DIRE, DIFETTO DI COMPETENZA DELLE INDAGINI VOLTE ALL’IDENTIFICAZIONE DEGLI ESECUTORI MATERIALI DELL’OMICIDIO DEL GEOMETRA BRUNO MOLLICA)
Forse si conoscevano ragionevolmente i mandanti che a oggi dovranno pagare il debito con la giustizia.
Le indagini tuttavia stranamente rimasero alla Procura e ai Giudici di Locri, dove il Presidentre del Tribunale è il Presidente Ielasi.
Strano ma vero. D'altronde, il dr MOLLACE trascorre le vacanze nella sua villa in Bianco, dove il signor SPANO’, prestanome di Luciano Lo Giudice, entrambi liberi, gli ha fatto pervenire via mare un motoscafo d’altura.
Non tutte le ciambelle, diceva la mia povera nonna, escono con il buco anche se il buco ancora è profondo.
Infatti, il GIP, dr Gianluca SARANDREA, rigetta l’archiviazione del PM dr.ssa AURICCCHIO e ordina altri accertamenti da concludersi entro i sei mesi, come da ordinanza che segue.

FINE PARTE V° Continua.
FRANCESCO GANGEMI
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