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Caro amico, non so chi tu sia giacché l’articolo che mi dovrebbe riguardare non è firmato o non sono riuscito a scoprire la firma. Vedi amico, hai scritto di me cose pasticciate che hai copiato da il quotidiano “Repubblica” dopo le ricerche che ho fatto e che a suo tempo mi sono passate inosservate (2004). Lo stesso giornale che dopo le mie sette custodie cautelari in carcere nell'alta sorveglianza mi ha difeso così come tutti gli ordini provinciali dei giornalisti, e il Presidente nazionale dottor Iacopino. Ne sono uscito sempre a testa alta. E’ vero che la malagiustizia mi ha ridotto a livello di povertà, però la mia dignità, il bene più prezioso dell’uomo, ne è rimasto intatto. Vedi amico, mi hai declassato graticandomi “massopolindrangheta reggina”. Quell'intercettazione cui ti riferisce, è talmente dal sapore scherzoso che non è rientrato nell'ambito processuale. Era presente finanche il mio ex legale di fiducia, avv. NARDO. Sono nato a Corleone. Sono nipote di Riina. Mio zio è Provenzano. Sono amico intimo del latitante Messina Denaro, e sono finanche parente di Buscetta, di Brusca e di altri pentiti che fanno parte del festival del pentitismo di moda. E’ probabile che ti abbiano infastidito i miei tre articoli sull'IBAM di Cosenza. Nel dubbio, ti prometto che li ripubblicherò. Un Abbraccio forte. Amico mio.
Francesco Gangemi