PALERMO: IL CASO MATTIOLO
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- 14 feb 2017
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GIOACCHINO MATTIOLO VITTIMA DUE VOLTE DELLA FAMIGLIA BASILE E DELLA MALAGIUSTIZIA
Francesco Gangemi 03 maggio 2016
Cicerone, nel 63 da console, scoprì la congiura e accusò Catilina di voler “incendiare” la città dei misteri – non è la sola - e distruggere la Repubblica. Lo fece arrestare e condannare e il Senato gli conferì il titolo onorifico di “Pater Patriae”. Per fare cosa gradita ai siciliani, Cicerone da patrono di singoli, divenne patrono di una provincia e, soprattutto, fu contro l’intrigo e lottò per la moralizzazione del tribunale. La magistratura instaurata dopo la fine della seconda guerra mondiale dai governi che si sono succeduti, non è forse ancora la “Mater Patriae”. Né può essere a giorni alterni considerata dall’impareggiabile parolaio Renzi, infuocata e conciliatrice. Un giorno è giustizialismo e quello seguente vuole camminare a braccetto con i magistrati per fare la guerra alla mafia dopo aver vinto quella delle banche fallite e resuscitate alla faccia dei cittadini che persero i loro risparmi e con essi la loro speranza di un futuro migliore che non ci sarà per gli italioti. Perché abbiamo voluto scomodare Marcus Tullius Cicero. Perché la sua prima manifestazione nell’anno 80, fu di natura politica. Il processo assumeva e talvolta assume importanza politica e l’intrigo era ed è il sintomo di una crisi morale ben più profonda. Dove voglio arrivare dopo l’alto sonante, ma non tanto, preambolo? Subito detto! Il signor Gioacchino Mattiolo è un cittadino perbene, onesto e legato al proprio lavoro. Ebbe la disgrazia d'occupare il posto del padre andato in pensione in uno dei tanti Istituti di Vigilanza, cosa indiscussa della famiglia Basile. Orbene, il cittadino perbene denunciò il malaffare che germogliava e continua a fiorire, nella potente e intoccabile famiglia Basile. Guardie spergiure. Rapinatori e ladri. Assunzioni di figli di boss mafiosi. Contatti della famiglia al largo delle coste siciliane, con esponenti dell’associazione mafiosa. Orbene, se denunci, non solo sei un rompicoglioni, addirittura, sei licenziato e trovi alloggio nel dimenticatoio curato dai vigliacchi. Il cittadino perbene, cosa fa per cercare disperatamente tutela? Si rivolge ai Commissariati della Polizia, alle Caserme della Guardia di Finanza e dei Carabinieri per depositare denunce ed essere preso a verbale. Il cittadino perbene è sgarbatamente sfottuto da dirigenti e/o funzionari di qualche commissariato. Poi si rivolge finanche al Capo dello Stato. Infine, decide a presentarsi di persona alla Procura. Dove bussa alla porta del coraggioso, senza paura e scrittore P. M., dr Di Matteo. Che indaffarato indirizza il cittadino a bussare alla porta del suo collega P.M., dr. Tartaglia. Che lo riceve. Il cittadino perbene lavora in quel porcile di proprietà della famiglia per circa tredici anni o più. Il cittadino perbene è un infiltrato dei servizi segreti, magari deviati. Il quale in tanti anni di servizio è così stupido da non fare saltare in aria il manovratore dei pupi siciliani. Così è per taluni poliziotti e anche per il P.M. dr Tartaglia com’è facile evidenziare nella trascrizione che in calce pubblichiamo. Nessuno mette in dubbio il rigore morale del Sostituto Procuratore dr Tartaglia, peraltro vittima di un furto nella sua abitazione di un qualche fascicolo, e solo di quello, riguardante il processone cosiddetto “Patto tra Stato e mafia”. E’ dovere di un giornalista, almeno nella specie giacché tutti tacciono, chiedersi come mai a fronte delle pesanti dichiarazioni rilasciate e verbalizzate dal cittadino perbene nei confronti della famiglia Basile, il requirente non abbia avviato - almeno fino al momento non c’è dato sapere - una corposa inchiesta volta alla ricerca della pesantezza dei macigni precipitati sulle teste dei membri dell’intoccabile e potente famiglia, comodamente seduta sul suo impero. Oppure, se le dichiarazioni rese dal cittadino perbene sono mendaci, come mai non marcisca in galera? Fatto sta, mi ripeto, almeno che io sappia, il cittadino perbene, padre di due figli, abbandonato dalla moglie caporale dell’Esercito - che da vera soldata invece di stare vicino al marito e “combattere” assieme a lui per le ingiustizie subite da tutto il nucleo familiare, lo lascia -, disoccupato, costretto a vivere con suoi genitori e senza un soldo in tasca. Nel linguaggio comune si suol dire che è cosa giusta che i delitti siano puniti, che i patti siano rispettati, che chi subisce debba essere soccorso, che la società non debba incorrere in certi vizi, che la legge debba colpire egualmente tutte le classi sociali. La giustizia nel concetto scientifico dovrebbe essere la norma suprema della convivenza civile e sociale, che regoli i rapporti, riconosca i doveri, i diritti reciproci e la libertà che spetti a ciascuno. Aborriamo la legge del taglione che riscopriamo nei primordi della civiltà greca e romana. La giustizia è la virtù sociale per eccellenza. Dr Tartaglia, il signor Mattiolo ripone speranze e certezze nella giustizia giusta e Lei, dr Tartaglia, sono certo che saprà, com’è nel suo costume, indossare l’abito morale dell’eguaglianza.
Francesco Gangemi
Segue trascrizione.
TRASCRIZIONE AUDIO MATTIOLO E PUBBLICO MINISTERO DR TARTAGLIA
CON LA LETTERA “M” INDICO IL SIGNOR GIOACCHINO MATTIOLO – CON LE LETTERA “PM” INDICO IL DR TARTAGLIA DELLA PROCURA DI PALERMO. DICHIARAZIONE RILASCIATA IL 28 APRILE 2015.
PM: All'interno del cofano le lettere anonime?... M: No, no, nella fessura, tra il cofano e la carrozzeria… PM: Dove? Quan… mentre la sua macchina è parcheggiata?... M: si! Quando è parcheggiata in Via Angelo Maiorana… PM: Lei mi ha detto, in questo momento, non ha, non ha con sé copia di queste lettere anonime… M: No,no, pensavo di averle qui ma non ce l’ho, ho ritagli di giornale e altre cose, qui non ce l’ho… PM: Dell'intero contenuto cosa può' dire comunque? M: dell'intero contenuto, vengo minacciato di morte sia io che la mia famiglia, e che io faccio parte dei servizi, cioè mi dicono che farò la fine degli infiltrati degli anni novanta, questo è quello che viene sempre scritto, scritto... che poi sono tutte lettere ritagliate e incollate, quindi è come se avessero la certezza che io sia realmente un infiltrato… PM: A chi della sua famiglia anche?... M: Nelle lettere vengo specificato io, la mia ex moglie e i bambini, i miei genitori non vengono toccati… PM: La sua ex moglie e quali bambini?… M: La mia ex moglie e... PM: Ha altri figli, altro figlio?... M: No! Due bambini, una bambina di tre anni, e un bimbo di venti mesi, di cui c'è anche una dichiarazione della mia ex moglie fatta all'Esercito… PM: Ci sono motivi di minacce di morte che spiegano, che dicono per quale motivo dovrebbe... M: Perché devo fermare tutto e non devo fare pubblicare niente, siccome ho fatto scrivere anche a un giornale, un mensile di Reggio Calabria, perché qui la notizia non me la facevano pubblicare, quant'è vero che il giornalista è stato oggetto di un attacco da parte di un hacker, gli hanno bloccato pure il computer, pensavo d’avere l'altra carpetta perché' avevo anche i giornali che lasciavo… PM: Quindi, di sapere la sua appartenenza ai servizi segreti… M: Si! Viene specificato che farò la fine degli infiltrati degli anni novanta, la stessa fine, quindi non so a chi si riferiscono a quei anni, perché facendo una ricerca su internet, sono andato più in confusione che altro… PM: Allora, lei ha rapporti con i servizi di sicurezza?... M: Italiani? No!... PM: neanche di collaborazione esterna?... M: No!... PM: Li ha mai avuti in passato?... M: No!... PM: perché mi ha detto italiani, specificato italiani?… M: Perché pensavo che parlasse di sicurezza privata, quindi ho fatto distinzione… PM: No! Io parlo di servizi segreti… M: No!... PM: né italiani, né stranieri?…M: No! Nella maniera più assoluta… PM: Si sono mai presentati delle persone appartenenti ai servizi che gli hanno chiesto informazioni?... M: No!... PM: Quindi, come si spiega questo riferimento contenuto in queste lettere?…M: Non glielo so dire!... PM: Ha ricevuto anche minacce telefoniche?... M: No! Minacce telefoniche no, però posso dirLe d’essere sicuro che il mio telefono è sotto controllo, non so se da parte delle Forze dell'Ordine… PM: Come fa a dire: sono sicuro… M: Perché quando chiudo, sto per chiudere la conversazione sento parlare, sento dei rumori… PM: Altre forme di minacce, oltre queste delle lettere?... M: Ottobre 2014, hanno cercato di spararmi, ho fatto denuncia ai Carabinieri, non so se Lei c'e' la pure nell'incartamento… PM: No! Questo lo ha riferito a dicembre?... M: Si! Si! L’ho riferito, infatti il Maggiore della Guardia di Finanza che mi ha interrogato mi disse: “Scusi, lei non ha un porto d'armi? Lei non è tutelato da qualcuno?”. Io ho risposto che se fossi stato tutelato non sarei andato da loro… PM: Ora l'aggiorniamo. Lei non ha rapporti definiti... M: Non riesco a lavorare in nessun posto. C'e' stato un istituto di vigilanza che voleva assumermi nel... e successivamente mi disse che… PM: Lei è stato licenziato dalla ksm?...M: Ingiustamente!... PM: Quando?... M: Maggio 2012, sono stato licenziato, un licenziamento che non ha né testa e né piedi, perché io ho mandato sia lettere a/r che… PM: La motivazione del licenziamento qual'e' stata?... M: Io mi sono rifiutato di scendere a lavorare perché mi avevano messo in pericolo di vita. Ho fatto a pugni con dei colleghi che si vantano d’appartenere a famiglie mafiose… PM: Voglio sapere la motivazione formale… M: Si! La motivazione è che non ho dato una giusta motivazione alla mia assenza dal lavoro… PM: Quanto tempo lei s’è assentato dal lavoro? … M: Dunque, io mi sono assentato tutto febbraio, poi a marzo sono tornato a lavoro, e dal 16 marzo in poi 2012, mi sono riassentato perché venivano dei colleghi a minacciarmi sul posto di lavoro. Mi hanno spostato dal mio servizio che facevo da anni il motociclista antirapina pronto intervento, ho parecchi elogi… PM: L'assenza vera che lei si assenta da lavoro qual è stata… M: Che mi avevano minacciato, che tutti i colleghi sapevano che ero uno spione, che io avevo fatto la spia a questo V. Questore che è titolare di licenza, che m’avrebbero ammazzato, ho fatto a pugni anche in servizio. Dottore, posso farLe vedere quest’altra… PM: Si! Un attimo, non ha mai fornito questa motivazione… M: Io ho sempre scritto a loro, sempre scritto… PM: Dopo la contestazione disciplinare?... M: No! Da prima scrivevo, ho sempre scritto a loro tramite raccomandate a/r e relazioni di servizio, che io non scendevo a lavoro perché loro m’avevano messo nei guai. Questo e' l'accordo fatto con il V. Questore titolare di licenza (ndr faccio vedere il tesserino di riconoscimento di Guardia Giurata). Il mio licenziamento doveva essere un finto licenziamento per non fare capire ai colleghi che io avevo fatto la spia. Posso consegnare questo tesserino anche a voi… PM: Quindi, quando è stato licenziato, lei m’ha detto che la motivazione formale è che non si presentava a lavoro… M: Che non è vero, perché ho tutto documentato. Sono stato anche da un avvocato del lavoro che non m’ha voluto tutelare. Io ho le porte chiuse ovunque… PM : Quindi, lei già prima d’essere licenziato aveva comunicato… M: Certo!... PM: A chi lo aveva comunicato? Ai dirigenti?… M: Sia al presidente della ksm Rosario Basile, allo stesso Filippo Basile, e a questo V. Questore in pensione… PM: Sempre all'interno della ksm… M: Si! Certo!... PM: Come si chiama questa persona?... M: questo V. Questore in pensione? Luigi Galvano, questo signore e' titolare di licenza proprio dell'Istituto… PM: Che ruolo ha Luigi Galvano?... M: Titolare di licenza dell'Istituto, quindi direttore è stato messo lì come parafulmine, perché quando ci fu' lo scandalo di Maiolini, questo Filippo Basile fu indagato... PM: Questo è un ex V. Questore aggiunto?... M: Si! Della Polizia di Stato… PM: Che compiti ricopre all'interno della ksm in questo momento?... M: Titolare di licenza e direttore… PM: direttore di cosa?... M: sempre della ksm… PM: era direttore... M: All'interno dell'Istituto ricopre la carica di direttore della ksm e titolare di licenza di vigilanza rilasciata dalla Prefettura… PM: Attualmente m’ha detto non lavora?... M: No! Non mi fa lavorare nessuno… PM: Non ha mai più lavorato dopo questo… M: No, dottore! Neanche in palestra mi fanno lavorare, sono un personal trainer, maestro di arti marziali, non mi fanno lavorare neanche in palestra, anche perché la mia notizia è pubblica, m’hanno intervistato, per ben tre volte m’hanno fatto uscire la documentazione per essere assunto in altri istituti e per ben tre volte ho uscito soldi (ndr mi riferisco alla produzione di documenti) che m’ha dato mio padre, ma senza essere assunto… PM: M’ha detto ottobre 2014, hanno tentato d’ammazzarlo… M: Si! Ho la copia della denuncia… PM: hanno tentato in che modo?... M: Io venivo, stavo percorrendo una strada che io dissi Corso Tutori, ma praticamente mi sono perso, quindi ero in macchina, con la macchina di mio padre. A un certo punto ho notato due persone a bordo di uno scooter che mi avevano superato due volte, siccome sto con gli occhi aperti dopo aver fatto questo lavoro per anni… PM: Allora, ha detto… la denuncia da chi l'ha fatta?... M: L'ho fatta alla Stazione Carabinieri Piazza Pretoria, Via Scopari n.7… PM: In che data?... M: Otto ottobre 2014… PM: Quindi, un agguato da parte di...? M: Si! Chi guidava aveva il casco, quello dietro era senza casco, saprei riconoscerlo anche ad occhi chiusi, l'ho visto benissimo, l'ho fotografato… PM: erano armati?... M: quello che stava dietro aveva un quotidiano in mezzo le gambe, appena si sono accostati al mio sportello ha aperto il quotidiano e ha uscito un revolver… PM: Che gli ha puntato?... M: Si! Ho fatto una manovra. Sono salito sul marciapiedi con l'auto, ho fatto una strada controsenso, ho chiamato subito i Carabinieri, la telefonata e' passata alla Polizia, la telefonata è pure registrata… PM: E allora, altre… M: Ne ho un altra del nove gennaio 2015, fatta ai Carabinieri di uno scooter che m’ha seguito per tutta Palermo, fino sotto casa, di cui ho rilevato il numero di targa… PM: Nove gennaio?... M: Nove gennaio 2015… PM: Dove l'ha presentata?... M: Alla Stazione Carabinieri di Via Uditore, n.18… PM: Quindi, appartiene da Via Uditore… M: Si!... PM: Cioè uno scooter la seguiva? Anche queste persone erano armate?... M: No! Avevano il volto travisato da sciarpa, una sorta di scalda faccia, scalda collo, m’hanno solo seguito… PM: Ci sono altre cose che mi deve dire?... M: Come altre cose no, io ho paura se… non tanto per me, m’hanno messo in questo gioco, io temo moltissimo per la mia famiglia… PM: Allora le rileggo quanto lei mi ha dichiarato: mi sono presentato stamattina presso i vostri uffici spontaneamente per rendere dichiarazioni integrative rispetto a quanto già da me in passato dichiarato a maggio 2012, al pm Francesco Delbene, alla Polizia Giudiziaria e alla Guardia di Finanza a dicembre 2014, preciso che in quella occasione avevo riferito circostanze di quando ero al servizio della ksm, Sicurity in qualità di Guardia Giurata. Per sintesi, posso riferire in questa sede che vicende denunciate riguardavano incontri che si erano verificati a bordo dello yackt di proprietà di Rosario Basile, proprietario della menzionata ksm, incontri tra Rosario Basile l’imprenditore Maiolini di Banca Nuova e il boss Galatolo dell’Acquasanta. Dettagli di tale circostanza sono stati dichiarati alla Guardia di Finanza…. M: Perché dei colleghi mi hanno minacciato di morte per quanto avevo sentito… PM: Venendo alla dichiarazione integrativa per il quale sono nei vostri uffici di riferire che da molto tempo, da anni sono destinatario di lettere anonime a contenuto intimidatorio, che inizialmente lasciate nella cassetta postale del mio palazzo presso la mia abitazione essendomi separato con mia moglie ad agosto 2014, e mi trasferivo presso casa dei miei genitori non trovavo più le lettere intimidatorie nella cassetta postale in quanto la portineria e video sorvegliata, ma bensì nell’autovettura. Di queste, di queste lettere in passato ha fatto denunce? M: Sì! In passato glielo dissi alla Squadra Mobile e per tutta risposta mi dissero che potevo averle messe io… PM: Denunce come quelle fatte ai Carabinieri?... M: No! No! Non me le hanno fatte inserire, mi hanno detto di no, neanche le fotografie hanno voluto quanto è vero che l’ho detto alla Polizia Giudiziaria Procura, a settembre 2014, riferendo anche che le indagini sono anomale… PM. Quando le riferiva alla Squadra Mobile? Quando è stato chiamato?... M: Dopo sei mesi dalla denuncia… PM: Per quanto riguarda queste lettere, il loro contenuto devo precisare che con queste lettere vengo continuamente minacciato di morte si tratta di minacce sia a me che altri componenti della famiglia, in particolare alla mia ex moglie e ai miei figli. Nel contenuto delle lettere mi dicono di sapere della mia appartenenza ai servizi segreti e spesso mi ripetono che farò la stessa fine degli infiltrati degli anni novanta. Ricordo pure che mi si dice di cessare immediatamente l’attività di divulgazione pubblica delle copie di cui a conoscenza non ho alcun rapporto diretto e indiretto con i servizi d’informazione. Non ho avuto alcun tipo di rapporto neanche in passato. Preciso che mai nella mia vita si sono presentate persone appartenenti ai servizi d’informazione al fine di richiedermi informazioni. Nel mese di maggio 2012, sono stato formalmente licenziato dalla ksm con la giustificazione di essermi assentato da febbraio a marzo 2012. La vera regione per cui non mi presentavo al lavoro è stata perché venivo continuamente minacciato dai miei colleghi che mi dicevano di aver saputo che ero una spione e avevo riferito circostanze rilevanti d’illeciti che si perpetravano nell’ambito della ksm. In realtà avevo comunicato ai dirigenti del ksm le ragioni delle mie preoccupazioni, quindi ritengo che il mio licenziamento nel dettaglio comunicavo la mia assenza dal lavoro sia a Rosario che a Filippo Basile nonché a Luigi Galvano. Quest’ultimo è un ex V. Questore aggiunto della Polizia di Stato, e riveste la carica di direttore della ksm. Dopo questo licenziamento, non sono mai più riuscito a trovare lavoro. Attualmente sono disoccupato e sono convinto che l’impossibilita a non trovare un impiego dipende dalla gravità di quanto ho denunciato, divenuta di pubblica conoscenza. Non ha mai ricevuto minacce telefoniche, però sono sicuro che il mio telefono cellulare sia sotto controllo. La mia convinzione deriva dal fatto che ogni volta che concludo una conversazione telefonica continuo a percepire voci o comunque rumori (omissis ndr). PM: Questo nella denuncia l’ha messo?... M: Mai nessuno mi ha chiamato per farmi vedere le foto segnaletiche di questo tizio che era armato a ottobre 2014… PM: Per nessuna delle due denunce?... M: Infatti, per questo mi sono deciso a venire qui che non mi sento per niente tutelato… PM: Non ha nulla da aggiungere. Il verbale viene chiuso. Ogni pagina, una firma… M: dottore, il tesserino che gli ho faccio vedere, che faccio l’ho do a voi?... PM: Lo può dare all’Istituto di Vigilanza o lo tiene lei se non glielo hanno ritirato… M: No, perché il V. Questore, Luigi Galvano, mi diceva che mi avrebbero assunto dopo un paio di mesi. Lasciarmi il tesserino è un fatto grave, è pass partout, non potrei mai darglielo ora dopo chi li ho denunciati… PM: Ora inseriamo tutto nel verbale con il seguente motivo e perché gli è stato lasciato… M: Dottore, avrò giustizia? Sono tre anni.
FINE


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