REGIONE CALABRIA
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- 4 feb 2017
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COINVOLTI DIRIGENTI, FUNZIONARI, IMPRENDITORI, MAFIOSI E L’EX ASSESSORE SALERNO

I fatti contestati riguardano la precedente legislatura collegata all’attuale, poiché se all’epoca l’assessore, oggi consigliere, NAZZARENO SALERNO, si occupava dei fondi europei, i funzionari e i dirigenti anche oggi, almeno in parte, sono dipendenti regionali. L’assessore, addirittura, faceva ricorso alla potente cosca Mancuso al fine d’intimidire qualche funzionario o dirigente che non eseguiva gli ordini dell’assessore. Tale sconvolgente malaffare, diretto da NAZZARENO SALERNO, consentiva agli esponenti mafiosi della cosca Mancuso d’imporre a “CALABRIA ETICA” assunzioni a raffica. Presumo che gli enti sub regionali consentano ai cosiddetti onorevoli, eccezioni a parte, di provvedere alla nutrizione della propria clientela e di conseguenza ai voti si scambio. Mi viene in mente la scelleratezza con la quale è stata gestita la graduatoria 81 figure professionali, progetto “Garanzia Giovani”, affidata a “Calabria Lavoro”. Graduatorie fantasma, infine quella finale, sottoscritta con firme scarabocchiate. Insomma, è un autentico imbroglio. In sostanza, gli addetti ai lavori hanno decurtato i punteggi veri e gonfiati quelli dei soliti raccomandati Se “Calabria Etica” era assoggettata alla cosca Mancuso, “Calabria Lavoro”

soggiace per caso alla volontà di SEBI ROMEO e dell’assessore ROCCISANO da Caulonia? Abbiamo più volte richiamato l’attenzione della Procura su tale vergogna, fino al momento non ci risulta che la Guardia di Finanza abbia sequestrato gli atti.
Gli arrestati dalla Guardia di Finanza, dai Carabinieri anche dei ROS, nell’ambito dell’operazione diretta dal Procuratore della Repubblica di CZ, dr Nicola GRATTERI, sono Nazzareno Salerno di anni 52, ex assessore e ora consigliere regionale, il quinto in odore di mafia, rieletto alle ultime regionali del novembre 2014, con Forza Italia ottenendo 9.163 preferenze; l'imprenditore Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia. Indagato anche Vincenzo Spasari, 56 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia. Gli altri arrestati sono: Pasqualino Ruberto, 46 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società in house della Regione Calabria e attuale consigliere comunale di Lamezia Terme; Vincenzo Caserta, 60 anni, originario di San Costantino Calabro (VV), residente a Catanzaro, ex dirigente generale del Dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria; Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro (CS), ex amministratore delegato della Cooperfin spa; Giuseppe Avolio Castelli, 60 anni, di Roma; Bruno Dellamotta, 69 anni, nativo di Genova, residente a Firenze, allo stato irreperibile; Claudio Isola, 38 anni, di Vibo Valentia, già elemento della Struttura speciale dell'assessorato al Lavoro della Regione Calabria. Che faccia di merda, il Nazzareno. Il quale si approfitta dei fondi della Comunità europea, finalizzati al sostegno economico delle famiglie prive di risorse finanziarie, facendoli scivolare su conti correnti di società private all’estero. Una delle quali è la Cooperfin Spa, cui l’amministratore delegato è tale Marano. Da non credere. La faccia di merda, si rivolge ai Mancuso per addomesticare quei funzionari che si rifiutano d’immerdarsi. La faccia di merda, affida la procedura per l’assegnazione del servizio d’esternalizzazione al

dirigente regionale, facente parte del comitato affaristico/criminale, Vincenzo Caserta. Sul conte corrente della faccia di merda, attraverso la società Cooperfin, è versata una tranche di 230.000,00 euro. La scietà invece incamera circa due milioni di euro, grazie anche alla collaborazione di Pasqualino Ruperto, facente parte del comitato affaristico, che affida a Calabria Etica gli strumenti finanziari. Ora, come dico in altra parte del giornale, in odore di mafia sono cinque i cosiddetti onorevoli, e spetta al presidente della Giunta assumersi le responsabilità politiche, partito democratico permettendo.
Faccia di merda, non intendo sporcarmi oltre, pertanto, ti auguro di rimanere nelle patrie galere il tempo necessario per riflettere sui danni provocati ai calabresi onesti.
Francesco Gangemi
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