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"NDRANGHETA

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  • 21 dic 2016
  • Tempo di lettura: 5 min

PARTE VI

Come ho già detto nelle precedenti edizioni, la guerra tra bande di magistrati, seguirà dopo la vicenda commerciale del notaio MARRAPODI, e nella quale sono coinvolti personaggi di tutto rispetto e finanche servizi segreti che hanno chiuso la cronaca nera con l’omicidio del notaio. Almeno questa è la mia opinione, suffragata da elementi che esporrò quando affronterò tale disgustoso argomento. Ora, riprendiamo le attività commerciali poche limpide del notaio.

3 FEBBRAIO 1994 – 0RE 13,29

Il notaio conversa telefonicamente con DE LUCA Carlo (Rende CS), su un mutuo che probabilmente si riferisce alla realizzazione del residence in località “ROCCA TRIPEPI”. Il notaio fa sapere a DE LUCA, che loro sono in grado di formulare l’altra domanda. Il suo interlocutore gli risponde che domani essendo in zona, passerà a trovarlo. Il notaio insiste e gli dice che si deve precipitare poiché gli appartamenti sono cinquantotto. Il notaio, non molla e gli chiede se può continuare a conversare per telefono. Ottiene la risposta positiva, e il notaio: “Più praticamente il terreno nuovo che diamo in garanzia, 13 mila quadrati, che mi stanno facendo la scheda urbanistica, più tutta la zona, 1420 mq si qua ed io vorrei arrivare sui tre miliardi e due, una cosa del genere . Ora, però io vorrei fare, vedi se te lo puoi studiare con il dottor MAURO perché è giusto. L’anticipazione fondiaria, e, e, e mi puoi dire qualcosa a livello, diciamo, di volume, superfici e tutta roba che… in modo che io comincio a fare già praticamente uno studio di massima, con Mauro. Tu hai già tutto, solo che adesso hai i dati di accatastamento e tutto no? Ma io praticamente con MAURO vorrei parlare per queste cose che questi riguardano il valore e basta, no. Perché se abbiamo dato 20 milioni nell’87, ora possiamo dare 40, no?E non altre, questi i valori, sono questi normali. Non è questo il problema, il problema è, problema se problema è, io anziché il mutuo quindicennale vorrei l’anticipazione, nel senso che io, siccome sto avviando una grossa operazione finanziaria edilizia, allora cosa voglio fare, i primi tre anni voglio pagare solo gli interessi perché mi viene meno la tassa e sto tranquillo, poi nel frattempo il mutuo o lo accollo e me lo pago con tranquillità, ma non il mutuo fondiario, che sia chiaro, hai capito”. Di rimando gli spiega che paga soltanto gli interessi per il preammortamento per i primi due anni, l’anticipazione classica fondiaria. Il notaio: “L’anticipo no e però sempre è quell’interesse, per cui noi a quell’epoca dovremo essere pronti, per cui voglio pagare su tre miliardi, voglio pagare tre miliardi e due, tre miliardi e tre, voglio pagare solo gli interessi per tre anni. Perché in tre anni sono nelle condizioni alla fine addirittura d’estinguerlo. Te lo fissi bene in mente sto fatto dell’anticipazione”. Il notaio non vuole che il suo interlocutore fissi un appuntamento per martedì nella mattinata verso le ore dieci e mezza, le undici, così abbiano tutta la giornata per discutere per come ingannare il prossimo, e v’è anche il tecnico della Cassa di Risparmio e il notaio rinegozia i mutui che li estingue con l’anticipazione fondiaria. Il denaro da una parte entra e dall’altra esce. Non solo. Il notaio vuole estinguere pure quelli con la Banca del Lavoro. Come? Li rinegoziano e li estinguono anche perché il notaio dà in garanzia gli appartamenti per i quali è in credito di ottocento milioni. Inoltre, aggiunge il notaio sceicco, d’avere la possibilità di pagare altri cento milioni l’anno, rivenienti da condomini + dagli appartamenti affittati solo nei mesi estivi. Lo sceicco insiste con il suo interlocutore sulla “cosa motivatissima” del terreno e sulla progettazione che costituiscono la “pratica” più regolare dl mondo. Figuriamoci! E ancora. Lo sceicco aggiunge di stare attenti a non fare errori sul mutuo perché vorrebbe pagare solo gli interessi. La discussione continua sempre toccando gli stessi tasti e finalmente si salutano con un “ciao e ciao”.

TELEFONATA DEL 6 FEBBRAIO, ORE 17.54

Tale D’Amico telefona al notaio che riferisce al suo interlocutore d’avere chiesto un mutuo alla Cassa di Risparmio di lire trecento miliardi confidandogli d’aver acquistato terreno in nome di MAFRICA Angelo. Lo stesso giorno, alle ore 19.50, l’ingegner SAPIA telefona allo studio del notaio. Risponde il segretario MAFRICA, una sorta di killer agli ordini del notaio, che lo informa d’essere stato contattato da tale D’AMICO e di essere in possesso delle visure e della documentazione poiché da Cosenza gli hanno richiesto una copia dell’atto di compravendita e la copia di trascrizione autentica. E la barca va.

TELEFONATA DELL’11.2, ORE 09.52

IL notaio chiama tale FRANGIPANE Donatello, che lo informa che al Comune di Bova gli hanno richiesto una planimetria a “5000”, da sovrapporre sul piano regolatore. Aprite cielo! Il notaio ordina al suo interlocutore d’andare nuovamente al Comune e riferire che è compito dei tecnici conferire l’esatta destinazione e in caso di rifiuto sarà intrapresa azione legale per danni. Minchia! Il segretario MAFRICA, non perde tempo e lo stesso giorno tramette a mezzo SIP un telgramma di diffida al Comune di Bova.

TELEFONTA DEL 9 MARZO 1994 – ORE 09.10

Il notaio chiama il suo amico DE LUCA, al quale con riferimento all’anticipazione fondiaria, gli suggerisce di parlare con il direttore PAONE. Il notaio aggiunge che gli mancava la piantina della particella n. 46, che si riserva di fornirgli al più presto.

TELEFONATA DEL 10 MARZO STESSO ANNO

Il notaio chiama il direttore MAURO dell’ufficio credito fondiario della Cassa di Risparmio e di Calabria, e discutono del mutuo da destinare alla realizzazione del residence di “ROCCA TRIPEPI”. IL 24 MARZO STESSO ANNO, il notaio chiama telefonicamente il direttore CALARCO sempre sul medesimo argomento, dipendente della locale B.N.L.- Comunque, il notaio riferisce al CALARCO della nuova iniziativa che ci sarà entro l’anno avendo rilevato tredicimila mq di terreno intestato ad ANGELO, amministratore della società “ROCCA di BOVA”, che è vicina al porto, cioè sopra il porto dov’è la Madonnina, cioè quel caseggiato vecchio, molto grande. CALARCO gli chiede quanto dista il caseggiato dalla battigia e lo sceicco risponde che vi sono tre zone: una sotto la ferrovia e confina con la battigia, una tra la strada e la ferrovia e una sopra la strada che invade tutto il promontorio. Aggiunge che l’ingegner CANALE sta facendo il pprogetto in modo da salire sopra da un binario, mentre dal lato dove vi è il bar fa delle costruzioni poiché se dispone di quattrocento costruzioni, il problema è risolto.

MAFRICA, è il prestanome del notaio. Le intercettazioni prima captate dalla Questura, poi l’incarico è dato all’ex Commissariato sito nei pressi di Piazza Duomo. Sarebbe stata sufficiente una semplice indagine per spegnere i sogni del notaio. E’ stata fatta? Vedremo!

4/Continua. Francesco Gangemi


 
 
 

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