Università, non c’è solo corruzione nei nostri atenei
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- 16 dic 2016
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IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Andrea Bellelli


Dunque ci risiamo: il Presidente dell’Associazione Nazionale Anticorruzione (Anac) , Raffaele Cantone, punta il dito contro i concorsi universitari. La novità sta nel fatto che Cantone attacca su due fronti: da una parte critica il mondo accademico (quello dei cosiddetti baroni); ma dall’altra parte attacca la (pessima) riforma Gelmini.
Non ho gli strumenti statistici per entrare seriamente nel merito della questione: quanti concorsi per la docenza sono contestati? Il 50%? Il 10%? In quanti casi la contestazione, prende la forma di un ricorso e in quanti casi il Tar da ragione al ricorrente? Ho l’impressione che alcune aree siano più critiche di altre: le discipline umanistiche e la giurisprudenza (citate peraltro nell’intervento di Cantone) sembrano quasi sempre implicate. Ci sono dei punti cruciali, però, che posso sostenere anche senza dati statistici, e che penso possano aiutare una corretta valutazione da parte del pubblico
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UNIVERSITA’ MEDITERRANEA SITA IN REGGIO CALABRIA

E’ bene ricordare che la cosiddetta cittadella universitaria “MEDITERRANEA”, ideata e costruita colpi di mazzette dall’allora Rettore, QUISTELLI, è una schifezza. Finanche il percorso che porta ai palazzi universitari circondati da abitazioni civili, è qualcosa di veramente vergognoso che offende studenti, docenti e perseguitati. Il signor Rettore, prof. CATANOSO, al quale rivolgo viva preghiera a staccare dal muro la foto di Monsignor Francesco GANGEMI, dispone nel palazzo SARLO, di una residenza istituzionale personale, curata da un’impiegata, dove riceve la mattina non oltre le ore 09. Non sono a conoscenza, se quella lussuosa, chiamiamola, segreteria e segretaria, sono pagate dai contribuenti o è una donazione. E’ chiaro, che il magistrato, dottor CANTONE, ha messo il dito nella piaga purulenta degli Atenei italiani, dove il “BARONATO”, i raccomandati e figli del potere, si ritrovano a raggiungere posizioni che poco o nulla hanno a che fare con la meritocrazia. Lei, signor Rettore Catanoso, ha da interpellare la sua coscienza oppure rappresenta tra i pochi esempi di correttezza nel nostro sgangherato Paese? La domanda è rivolta a lei, rettore, no ai quei pochi docenti preparati e onesti, ai quali va la stima degli studenti e di quei pochi cittadini che ancora riescono a rimanere avvolti dalla nebbia in questa città fantasma
Francesco Gangemi
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