ANTIMAFIA
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- 3 dic 2016
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Caro Direttore,

Ho letto come al solito la Tua denuncia sul nostro Giornale relativo alla sistematica distruzione delle piccole e medie imprese in Calabria e nel SUD con le “interdittive antimafia” che portano per lavori pubblici anche di minimo importo, imprese e coop del Nord. Ancora una volta, la Tua, la sola voce che dalla stampa si alza contro la sempre più grave degenerazione coloniale della gestione del potere dell’inquisizione antimafia. Sul piano giudiziario alla Tua voce si aggiunge quella del Presidente del T.A.R. di CATANZARO che ha avuto il coraggio di avvertire, contro la deriva coloniale del potere, gestito oggi ad alto livello dal clan dei siciliani, dal suo osservatorio come “…Gli imprenditori temono la certificazione interdittiva rilasciata dal prefetto più di ogni altra cosa perché spesso significa la morte dell’impresa. Da qui il ruolo capitale del TAR …”. Tutto ciò sta avvenendo con la gestione terrorizzante da parte della feccia cui s’è assegnata la gestione dell’inquisizione antimafia per mantenere la Calabria e il SUD nel ruolo di eterna colonia, con la complicità infame degli epigoni di quella che fu una classe politica e imprenditoriale meridionale, capace di difendere le ragioni del SUD e che è stata spazzata via dalla gestione mafiosa dell’antimafia. Mentre i giornalisti tra i primi, i c.d. uomini di cultura poi si sono inchinati ai nuovi padroni e ne sono divenuti i Tabaqui e i Clarinetti. Una prova di ciò è data dalla lettura comparativa, della Tua denuncia, della denuncia del Presidente del TAR di CATANZARO, di oggi con la denuncia contenuta nella richiesta di un Avvocato che tredici anni fa chiese e ottenne che il Tribunale di prevenzione di Reggio Calabria respingesse la proposta di misura di prevenzione personale e sequestro dei beni in danno di Cittadini di nulla colpevoli se non di lavorare onestamente e dignitosamente nel SUD, in Calabria, a GERACE, ad AFRICO, a PLATI’, dopo che il Tribunale, a fronte della gravità della proposta, su richiesta del Difensore dispose l’acquisizione di tutta la documentazione esistente presso comandi di Questura e Carabinieri relativa al Cittadino contro il quale tali comandi avevano agito. Oggi si assiste nel SUD allo scempio di “interdittive antimafia” emesse da prefetti inconsapevoli di Leggi nazionali e internazionali sulla base di “possibili sospetti”, e senza che siano rivelate al Cittadino colpito da tali azioni le fonti di quelle che, talvolta scoperte, si rivelano come calunnie, gratuitamente sposate dai prefetti “confortati” da “riunioni interforze” cui partecipano anche magistrati. Su quelle calunnie s’è distrutta la piccola imprenditoria della Calabria e del SUD. Dando spazio alla mafia istituzionale di chi sul numero di proposte di misure di prevenzione e interdittive antimafia costruisce la propria carriera, così come gli esponenti all’inquisizione antimafia con la sistematica applicazione dello “stampo mafioso” per reiterare processi in spregio al “ne bis in idem” e mandare in galera Cittadini, di null’altro colpevoli che di tentare di creare le condizioni perché in Calabria si possa tornare a vivere alla stregua della Legge. Dopo che tredici anni fa Giudici degni di questo nome respinsero la proposta di misura personale e sequestro dei beni di cui alla memoria che Ti invio, depurata del nome di quel Cittadino, oggi, con le nuove regole dell’ “interdittiva prefettizia antimafia”, si tenta di distruggere l’impresa dei figli, incensurati, professionisti e studenti, di quel Cittadino. Terrorizzando o condizionando i Giudici che su quell’interdittiva devono decidere e ai quali si sottrae l’esame delle prove dell’inesistenza delle condizioni legittimanti l’interdittiva. Nel silenzio complice di un ceto politico capace solo di rubacchiare privo di coraggio e di dignità.
Nicola Scali

“ ….2002 R.g.m.p. - Ud. 16 Maggio 2003/ Al Tribunale- Misure di prevenzione/REGGIO CALABRIA/ Nell'interesse di………… si CHIEDE Il rigetto della richiesta di applicazione di misura di prevenzione avanzata nel procedimento emarginato per insussistenza anche solo di un sospetto logicamente sostenibile che possa legittimarla anche solo sulla base del contenuto della richiesta e degli allegati alla stessa. Se le "misure di .prevenzione" non fossero nella realtà uno dei più feroci strumenti della gestione del potere coloniale mafiosavoiardo mascherato da antimafia - attuato per mantenere i Cittadini del SUD in una condizione di suddititi coloniali e impedirne ogni concreta possibilità di sviluppo e mascherando tale realtà dietro la foglia di fico dell'antimafia, a centoquarantatré anni dalla conquista piemontese del Regno delle Due Sicilie con i massacri e la violazione di ogni Legge di tutela prevista dal Diritto interno e internazionale - la proposta, inoltrata al Tribunale ·di REGGIO CALABRIA, contro….consentìrebbe qualche sana risata. Originata dalla lettura di SCIASCIA o di PIRANDELLO, e comunque base per la rappresentazione di una magnifica commedia. Ci si augura che il Tribunale voglia farsi carico del più severo ma sereno e non preconcetto esame della proposta in questione e rigettarla motivando la relativa decisione in modo che valga, almeno in futuro, a evitare situazioni similari. La lettura della proposta consente di verificarne l'estrema inconsistenza, contraddittorietà, l’inesistenza anche di una sola indicazione - che sia una – di un solo episodio, concreto dal quale si possa ricavare non la prova o l'indizio ma neppure il sospetto logicamente sostenibile di un comportamento anche solo censurabìle di….. La lettura poi, in comparazione, tra la proposta di applicazione di una “misura di prevenzione” personale e sequestro dei beni, e gli allegati al procedimento, fornisce la prova, insieme:
1-Di una volontaria attività persecutoria ai danni di un Cittadino responsabile di nulla;
2-Di una incapacità assoluta di individuare che cosa sia una " …pessima condotta morale e civile…”, il “…god(imento) di pessima reputazione in pubblico…”, in “… pregiudizi penali per tentato omicidio ... ", “... reati inerenti la violazione delle leggi sulle armi…”, “... nonché (l’) associazione a delinquere di stampo mafioso...” indicati, in termini terrorizzanti, nella "BIOGRAFIA” prospettata nella seconda delle sedici pagine che compongono la proposta di applicazione di “misura di prevenzione” in esame. Per convincersi ci ciò basterà innanzitutto verificare che cosa riporti il certificato penale di… : Una condanna - che risae al 1984 ma che, evidentemente si riferisce a fatti collocabili ancora più indietro nel tempo, al 1976 – ad “... anni l e mesi 8 di reclusione e lire 150.000 di multa ... pena sospesa ... ".Non è la base per il conferimento della nomina a cavaliere della Repubblica. Ma, non può neppure essere, dopo 19 anni dalla condanna e 27 dal fatto, un motivo che giustifichi la terrorizzante biografia proposta, rispetto alla quale, la lettura del contenuto del certificato ·penale; fornisce la prova di una precisa prevenzione nei confronti di un Cittadino, portata, in mancanza di un qualsiasi comportamento illegale, fino a dipingerlo, in (abusi e omissioni di) atti d'ufficio, in termini totalmente avulsi dalla realtà per tentare di ottenere dai Giudici quella misura di prevenzione che, in quelle condizioni, sarebbe solo un'ennesima grave ingiustizia. Infatti se si legge in comparazione, tra le pagine due e tre della proposta, sotto la richiamata "BIOGRAFIA'' i "PRECEDENTI PENALI-ATTI UFFICIO'', e quanto risulta dal certificato penale, sì avrà la conferma di come l'episodio per cui è intervenuta la condanna nel 1984, risale nel tempo addirittura al 1976; cioè a ventisette anni indietro. E che per tutti gli altri ''precedenti penali"…. è stato, .non si sa se imputato o semplicemente indagato, ma sicuramente assolto. Il che, in un paese civile, avrebbe imposto dì non aggiungere al pregiudizio di false accuse quello della richiesta immotivata di applicazione di una misura di prevenzione. L'umorismo (ferme restando le considerazioni iniziali) dei propositori della misura si esercita poi nel proporre, a pag. tre della proposta, i "CONTROLLI E RAPPORTI DI FREQUENTAZIONE'' per sostenere “… come. si evince dai modelli OP/85 e dalle relazioni di servizio redatte da militari di quest'Arma in diverse circostanze di tempo e di luogo ( che ) il…..è solito accompagnarsi a pregiudicati ed elementi controindicati appartenenti a sodalizi mafiosi del luogo e non, ben noti alle forze dell'ordine nella specie."· Seguono, tra le pagine tre e otto della proposta, ventiquattro nomi di soggetti cui si attribuiscono qualifiche e aggettivazioni divertentissime come "…coniugato, nulla facente, pregiudicato ... ", " ... coniugato, commerciante, pregiudicato, titolare della ditta Edil Torrente, ubicata nella contrada Azzuria, di scarsa condotta morale e civile .. ,", " ... coniugato, commerciante, elemento di dubbia condotta morale e civile ... ", " ... separato, commerciante, pregiudicato, di scarsa condotta ... " ecc,, "... .coniugato, autista ...”, “…celibe, commerciante ...”, ecc: ecc. ecc..Ciò che rileva immediatamente è che all'affermazione che “... è solito accompagnarsi...'' non segue neppure l'indicazione di un sospetto logicamente sostenibile, uno solo, di qualcosa di illecito ipotizzabile nell"'accompagnarsi" con le ventiquattro persone, tutte originarie o residenti a GERACE, paese dove è nato e risiede … e in cui sì trovano i Cittadini con i quali “... è solito accompagnarsi …” senza che ciò, in un paese civile, porti a scandalo. Se poi si procede, ancora una volta. alla comparazione tra quanto proposto, come evidenziato, tra le pagine tre e otto della proposta, sulle ventiquattro "frequentazioni" citate, e quanto risulta dalla lettura delle copie dei fogli riportati sub "ALLEGATO 2lOP/85 E RELAZIONI DI SERVIZIO", si avrà l'ulteriore conferma dt una proposta basata sul nulla. I sessantasette documenti proposti in copia consentono di stabilire, di volta in volta, che …… e il soggetto con d quale si sarebbe trovato (sempre in orari assolutamente “normali”, nel centro abitato, e cioè in circostanze di tempi e di luogo che non consentono di ipotizzare logicamente un sospetto di alcunché di illecito.) 1 - " DIALOGAVANO TRA DI LORO" ( Alle ore 8,30 del 30.07.1997, in Piazza Tribuna di GERACE ); 2- "Notati discutere tra. loro all’esterno del ... bar" (Alle ore 11,45, Piazza Tribuna, Bar Cattedrale-Gerace ); 3-"…NOTATI DlRlGERSI VERSO LOCRI..." ecc. ecc. Per trovare qualcosa di eccitante, nell'impaginazione degli allegati, bisogna arrivare alla dodicesima pagina: In una più complessa relazione di servizio, relativa alle ore 9 del giorno/12 Giugno 1997, si segnala che…. transitava da solo, a bordo di un'autovettura, sulla strada che da GERACE porta a LOCRI e viceversa. Mentre dalla lettura della relazione successiva si apprende che circa un mese prima, il 18 Maggio 1997, verso le ore 10,30, nella solita Piazza Tribuna di GERACE, si trovava a "discorrere" con un “…autista” “ un "celibe, nullafacente", un "celibe, operaio" e un "coniugato, dipendente ASL 9 di Locri, consigliere comunale presso il Comune di Gerace, noto a questi uffici accompagnarsi a persone controindicate del luogo”. Se, come evidenziato, non ci si trovasse di fronte alla tragedia del regime coloniale che soffoca il SUD con la c.d. "legislazione di prevenzione antimafia" di cui la mafia del potere si serve oggi - non potendosi più servire come nella fase immediatamente postunitaria, delle stragi affidate alle baionette dei bersaglieri di LAMARMORA per imporre il più feroce regime coloniale creato in EUROPA spacciandolo per “liberazione" - per mantenere la gestione coloniale del territorio e il controllo dei Cittadini che vi abitano dietro un'apparente rispetto della legalità internazionale, le risate sarebbero assicurate dall' esame della censura enunciata nella "RELAZIONE DI SERVIZIO" richiamata nei confronti di un ''consigliere comunale ... noto (per l')accompagnarsi a persone controindicate… ", e dalla necessità di conoscere quali siano le caratteristiche delle “persone controindicate", e rispetto a quali "indicazioni'', proposte da chi. In tali condizioni non meraviglia che si segnali il dialogo con l’“IMPRENIDlTORE ED1LE, CONIUGATO... " ( Fol. 14) o con il " ... celibe, assessore comunale di Gerace…" ( Fol. 21 ) il " ... CONIUGATO IMPIEGATO COMUNALE" ( Fol. 28 e 32- Identici fogli) il " ... BANCONISTA" ( Foll. 26 e 33) indicato con…. come "PERSONAGGI D'INTERESSE OPERATIVO, NOTATI PlU' VOLTE ACCOMPAGNARSI CON . PERSONAGGI DI DUBBIA CONDOTTA", senza che sia indicata alcuna ragione dei dubbi e dell'eventuale attività svolta per soddlsfarli e scioglierli) la " ... coniugata. assessore comunale" (Fol. 30 ) il " ... tecnico Telecom ex consigliere comunale" ( Fol. 31 ) il " ... coniugato, commerciante, positivo" (Fol. 35,... Un “'posìtivo" non dovrebbe suscitare allarme se non a un test di malattia infettiva e contagiosa che qui non si evidenzia) :il " ... Responsabile Settore di Polìzia Municipale del Comune di Gerace" (Fol. 36) il “ …vice Sindaco…” e il '' ... fontaniere comunale" di GERACE ( Fol. 37) l’ “... architètto" (Fol. 41) il":..radiotecnico" (Fol. 44 e 53 - quest'ultimo identico al fol. 59 ) ·il '' ... coniugato, medico dentista, consigliere Regionale, alla Regione Calabria ... " (Fol. 45 e 50, in questo caso con l’“ .. Assessore Comunale" ) l’ “...infermiere" ( Fol. 51) il " ... consigliere di maggioranza al comune di Gerace" (Fol. 65). Ovviamente tali contatti, quasi tutti in GERACE tra Piazza del Tocco, Piazza Tribuna, via Roma, risultanti dagli allegati non sono riportati nella narrativa della proposta, tra le pagine 3 e 8, in quanto smentiscono l’affermazione che ." ... , è solito accompagnarsi a pregìudicati.". Le "relazioni di servizio" allegate in copia, provano che è "solito" incontrare ( non "accomnpagnarsi" che significa altro) Cittadini appartenenti alle più diverse condizioni, estrazioni sociali, qualifiche politiche e professionali. C'è di più: La lettura degli allegati sub 2 consente di stabilire che è falsa la qualifica di "nulla facente" assegnata a….. in venticinque dei fogli complessivi, tutti relativi al 1997. In tutti gli altri quarantasette fogli, alcuni dei quali relativi anche al 1997, ma; sopra tutto, agli anni successivi, …. viene riconosciuto dedito a onesto e proficuo lavoro come "operaio", "muratore", "in atto operaio", "in atto muratore". Il che conferma l'assurdità, della richiesta di applicare ai suoi danni una misura di prevenzione.Tutto ciò conferma ancora, come le affermazioni contenute nella seconda parte della pagina otto sono avulse da quanto risulta dalla documentazione allegata, frutto di prevenzione nei confronti di ….., prive di qualunque valore probatorio e/o indiziante. Analogamente se indagando tra il 1997 e il 2000, in maniera continuativa, persino ossessiva, il Comando CARABINIERI non ha potuto che riferire come " ... a seguito di detta indagine il … risultava indagato per il reato di estorsione"; aggiungendo "(."sconoscesi esito procedimento)", ciò solo vuol dire che tale procedimento non ha avuto alcun esito e che il Giudice naturale ha riconosciuto l'infondatezza delle accuse lanciate contro …, smentite dai risultati negativi, evidentemente, di tre anni e più di indagini. E tale realtà non si può superare con richieste infondate di applicazione di misure di prevenzione perché …. " ... unitamente alla consorte ... e ai quattro figli ... tutti ancora in tenera età vive in una palazzina a due piani di sua proprietà…” ha “…nella sua disponibilità due autovetture…”. Se si vuole criminalizzare un Cittadino al di fuori di ogni condizione legittimante, si abbia il coraggio di enunciare tale volontà ma non si tenti, in maniera così evidente, di turlupinare la Giustizia, aggiungendo a quanto già esposto come la richiesta di applicazione della misura viene avanzata in quanto “…l’interloquendo non risulto abbia mai svolto stabilmente alcuna attività lavorativa…”, essendo, tale circostanza smentita proprio dalla qualifica di operaio e muratore risultante, come evidenziato, da quarantadue delle copie degli ordini di servizio, su sessantasette. E se “…somme di denaro in contanti” sono state “notate nel corso di perquisizioni domiciliari dai militari operanti…” non si capisce come si giustifichi, se non con la mancanza del comune senso logico, prima che giuridico, l’affermazione che per questo “…si ritiene presumibilmente che il patrimonio economico dell’interessato, sia da considerarsi anche in parte, frutto di illecite attività” di cui non si indica neppure un sospetto logicamente sostenibile. E dopo avere ammesso e riconosciuto che il Cittadino ha sempre lavorato come “…"operaio", "muratore", "in atto operaio", "in atto muratore"…” Sulla base delle considerazioni che precedono si insiste nella richiesta iniziale di rigetto della proposta. Reggio Calabria, 14 Maggio 2003 Avv………”
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