AMANTI DI SARONNO
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- 3 dic 2016
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Amanti di Saronno, Beatrice Lorenzin: "Sono sconvolta"

Un amore malato. Una storia che può sembrare un film dell'orrore. E' quello che è accaduto a Saronno, nel Varesotto dove l'ex viceprimario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga, 60 anni, separato, di Rovellasca (Como) e la sua amante, l'infermiera Laura Taroni, 40 anni, sono adesso accusati di omicidio volontario. Queste le frasi ricavate dalle intercettazioni: "Secondo te potrei essere accusato di omicidio volontario? (...) Se si documenta che ho praticato l'eutanasia...io non sono neanche l'unico", diceva l'ex viceprimario all'amante in un'intercettazione. E lei: "L'eutanasia è un'altra cosa (...) cioè tu firmi e ti fanno un cocktail di farmaci (...) loro non riuscivano nemmeno a respirare". Una passione malata che spinse la donna a mettere dei medicinali anche nell'acqua del marito 45enne che pretendeva rapporti sessuali. Ma ciò non bastava e così è stato messo in atto un folle piano per stroncare la vita dell'uomo: somministrargli del cardiotonico e dei betabloccanti nel caffè giorno dopo giorno per fargli credere che fosse malato grazie anche alla complicità di altri medici, ora indagati. Lui alla fine è morto e la Procura ritiene che si sia trattato di omicidio. Ma i terribili ragionamenti di morte hanno coinvolto anche il figlio della donna, la quale ha spostato i suoi desideri di morte anche nei confronti dei parenti del marito defunto. A rendere ancora più cruda questa vicenda il desiderio dei soldi: "Noi abbiamo un'arma segreta che loro non sanno", diceva l'infermiera ai figli pensando alla successione e a come risolvere i problemi economici. "Papà non ha messo l'ipoteca sull'azienda ma sulla casa degli zii",continua la donna. "Prima c'è il nonno, poi ci sono io e la nonna Maria, (deceduta per cause naturali, morte ora al vaglio degli inquirenti), quindi metà e metà", spiega la Taroni ai figli. "Ma poi la nonna Maria la facciamo fuori", replicavano i ragazzi. I carabinieri hanno sequestrato 50 cartelle cliniche in relazione all'arresto dell'infermiera e dell'ex viceprimario, arrestati martedì con l'accusa di aver causato la morte di alcuni pazienti. Dagli atti non solo è emersa la voglia di uccidere anche il cugino della donna perchè colpevole di farsi mantenere dalla moglie ma si è anche scoperto che l'infermiera somministrava farmaci anche al figlio di undici anni. "I due indagati - annotano i pm nella richiesta d'arresto - parlano dell'omicidio come un modo per risolvere tutte le situazioni con disarmante tranquillità". Su questa triste vicenda è intervenuta anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Sono sconvolta, come tutti; sentendo le intercettazioni sembra di essere dentro il film 'Natural born killer' che rappresenta gli spaccati del male. La Procura della Repubblica accerterà le responsabilità, e poi sarà cura anche della Regione capire se sarà necessario procedere con ulteriori azioni verso l'ospedale". "E' fuori da ogni immaginazione - ha detto la Lorenzin - che possano accadere cose simili dentro un ospedale. Da parte nostra abbiamo chiesto informazioni e dei tecnici del ministero stanno valutando, considerando che il tipo di reato rientra più nelle funzioni della Procura poiché non si tratta di malasanità, ma di un caso di cronaca nera".
Giulio Lugarà
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