CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
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- 27 nov 2016
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I CAPIGRUPPO SI RIUNISCONO PER DIVIDERSI I LOCALI E CIASCUNO PROVVEDE CON SPREGIUDICATEZZA AL PROPRIO. I CAPI, SI DIVIDONO LE POLTRONE DA CONSEGNARE A PARENTI, AMICI E AMICI DEGLI AMICI

La sede del Consiglio giace nel palazzo sito lungo la Via Cardinale Portanova, costruito a suon di mazzette, dall’impresa Mazzitelli. Alla quale è stato consegnato finanche un tratto dell’interminabile GA-GA. All’epoca, il presidente dei “quaranta” è Giuseppe Scopelliti, detto “Lo scortato”, che certo non s’è risparmiato nelle spese in uscita e in entrata. Sin dalla sua turbolenta nascita, i quaranta, non tutti ovviamente, hanno imitato alla perfezione Alì Babà e taluni sono stati molti più bravi del classico ladrone. Con l’ultimo consiglio, alcuni degli eletti sono di dubbia provenienza. Per dirla chiara e quasi tonda, criminalità organizzata e massoneria hanno eletto i propri pupi. Tra i più dinamici è l’attuale finto pentito Alberto Sarra, nominato sottosegretario a via di ricatti dallo “scortato”. Il delatore è una persona senza scrupoli, tant’è che tale Mazzaferro gli avrebbe regalato un’autovettura blindata che pare riposasse in uno tenti buchi del palazzo, dove chi ha potuto ha grattato e vinto. Altra autovettura Mercedes, fornita di quattro televisori, invece pare sia ancora ricoverata nei pressi di Sambatello, oltre ovviamente una Porche della quale fa sfoggio il fratello di Alberto, l’avvocato. Nella sua struttura, nonostante il regolamento preveda che il responsabile sia pagato dalla Giunta con una somma pari a € 4.000,00 mensili, Alberto impone al suo capostruttura di consegnare parte della sua provvigione ad altre persone e tutti assieme affollano la struttura di portaborse, ruffiani e lecchini. Nella precedente legislatura, chi ha potuto ha rubato e grazie all’ottimo P.M., dr Centini, sono stati rinviati a giudizio. Il più attivo è stato il medico di Sinopolicchio, Luigi Fedele, che con il concorsone burla ha sistemato fratelli, amici, parenti vicini e lontani. Non è stato il solo. La musica non cambia. Oggi, come ieri. Dopo quasi tre anni di legislatura, il Presidente, su indicazione dei capi locali, ha rimediato a nominare i due membri e il capo del CORECO, dove pare siano impiegati marito e moglie dell’avvocato iscritto all’ordine, figlio del defunto assessore Mallamaci, assolto il due febbraio del 2002, se non sbaglio, dal capo dei GIP/GUP Baudi, indagati con accuse pesanti assieme a Nitto Santapaola per la realizzazione del porto di Bagnara. A dire il vero, il defunto assessore, sistemò tutta la famiglia alla Regione, fino alla settima generazione, non esclusi generi e comunque tutti i parenti acquisiti. Il presidente del CORECOM, è cosa di un consigliere, appartenente a rifondazione comunista, eletto con una messe di voti da San Luca fino a Rosarno. D’altra parte pare sa parente stretto di un avvocato, che è anche difensore di “Gambazza”. Nulla di strano. Gli avvocati sono chiamati a difendere finanche i peggiori assassini o interi clan mafiosi. Il fratello dell’avvocato è nella struttura di un consigliere. I due membri pare fossero incompatibili, come riportato nella deliberazione dell’ufficio di Presidenza n.9 del 24.02.2105. Con altra deliberazione dell’ufficio di presidenza, n. 18 del 20.04. 2015, pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Calabria, n. 9 dello 05.05.2015, v’è stata la riapertura dei termini. I due componenti hanno avrebbero rimosso l’incompatibilità dopo la nomina. Questa sì, è correttezza istituzionale! La meritocrazia in quei palazzi non trova posto. Gli altri concorrenti in regola con la normativa, sono rimasti fuori dal gioco d’azzardo e chi s’è leccato i baffi e chi non l’aveva, ha fatto uso di suppostine per abbassare la soglia della rabbia. E la barca va.
Francesco Gangemi
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