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Comunicato stampa UGL TA

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  • 27 nov 2016
  • Tempo di lettura: 4 min

Omettendo prolegomeni sulla opaca consistenza politico-istituzionale dell’oramai “de cuius provinciale”, le cui vestigia perverranno ai posteri, penetriamo senza indugio nel quantum di specie.

In queste ultime settimane la ribalta sui mass media locali, cartacei e non, ha visto più volte ergersi a paladino aeroportuale proprio colui il quale nell’ultimo quinquennio ha, magistralmente e maggiormente, contribuito al mortificante declino del Tito Minniti. L’epilogo a tale prefazione è stato il clamoroso fallimento della SoGAS che ha definitivamente posto in essere una sconsiderata e scellerata mala gestione, instillata ad arte con la “solidarietà” di talune “derivazioni provinciali”.

Quantomeno dubbiosi i sentimenti, per chi scrive ovviamente, o manifestazioni di devozione per l’ultimo atto elargito in “zona Cesarini” dal “benefattore provinciale”. Infatti, dopo frustanti confronti con se stesso, in quanto unico componente del Consiglio Provinciale, ha deliberato e rimpinguato le “urne” della ex SoGAS con la somma di circa € 690.000,00 per l’espletamento dell’esercizio provvisorio, sancito dal Giudice del Tribunale Fallimentare di Reggio Calabria. Parrebbe bella la deflagrazione altruistica del cherubino, se non fosse persistente il pensiero che egli, improvvido, a parere dello scrivente, abbia agito a preservazione delle proprie posteriori tonde sfere. Laborioso è stato, in verità, addivenire ad una così perfetta “simbiosi di intenti”, tale da produrre l’annientamento della Società di Gestione aeroportuale. Complimenti, tutta la nostra ammirazione!

Nel mentre oggi lei provvede, in palese e disperato affanno, alla riparazione del giocattolo rotto in mille pezzi con l’ausilio professionale di avvocati e commercialisti scelti ed inviati “a comandare” la SoGAS, spieghi a tutti, cortesemente, con la stessa amorevole verve che la sta contraddistinguendo nella raccolta dei cocci rotti, dov’era durante l’ultimo lustro di presidenza della Provincia e ancor di più di Socio di maggioranza della SoGAS? Era forse sulle isole Hawaii ad amministrare la raccolta degli ananas? No, crediamo invece che lei fosse già nei “H-guai provinciali” ad amministrare ciò di cui non era in grado.

Dov’era, infatti, quando i suoi rampolli, motteggiando oltremodo, giuravano o meglio spergiuravano, a furor di popolo, di rifiutare qualsivoglia ricompensa pur di non aggravare le depauperate finanze della Società di Gestione? Dov’era quando i suoi “prestigiatori”, con tanto di bacchetta magica, facevano apparire e scomparire, bilanciando e sbilanciando bilanci sbilanciatissimi.

Dov’era, ex Presidente della Provincia, quando in costanza di cassa integrazione i suoi mozzi davano seguito a ciurme di assunzioni?

Dov’era, con i suoi pensieri, parole ed opere, quando decantando soddisfatto di mitigazioni finalmente acquisite, grazie a sue performances convincenti in sede ENAC, a suffragio di nuovi vettori che avrebbero congestionato, con nuove tratte nazionali ed internazionali, i parcheggi del Tito Minniti, assistevamo esterrefatti solo al vergognoso e costante decremento di passeggeri a tutt’oggi attestante le sue grandi capacità e quelle dei suoi uomini ?

Dov’era nel momento in cui i suoi “chirurghi”, tra un taglio di bisturi e uno sfiato di clistere, estirpavano dai rispettivi uffici in aeroporto tutti i titolari di noleggio automobili?

Dov’era quando, a conferma di una costante e ambigua disamministrazione, sono stati affidati, a società esterna, tutti i servizi operativi (handling) rivolti agli aeromobili in arrivo e in partenza dallo scalo? Servizi questi gestiti fino a quel momento dalla SoGAS e che rappresentavano l’unica costante entrata nelle misere casse della società.

E, concludiamo, nonostante si potrebbe comporre una nuova enciclopedia del dove, come e quando, dov’era quando i suoi superdotati professionisti, nelle massime espressioni possibili di arroganza e senso del possesso, si avvicendavano tra uno scempio e l’altro dando corso ai trials di licenziamenti dei dipendenti SoGAS? Tre nel giro di un anno, di cui due rappresentanti sindacali, colpevoli di aver lottato in prima persona contro tutto e tutti gli artefici, diretti e indiretti, di tale fallimento.

Dov’era ex Presidente G. Raffa? Oggi annaspa sulle macerie da lei provocate, ma quando, in modo particolare, le parti sociali tutte le rappresentavano il crescente abominio operato dai suoi uomini, lei dov’era?

Sicuramente era al posto giusto quando l’inimitabile Porcino, da ella nominato, dopo aver perfezionato assunzioni in costanza di cassa integrazione, emulando il grande Schettino, si defilò dalla nave non più galleggiante perché “rischiava la banca rotta”. Bene lei, ex Presidente, era al posto sbagliato, nel momento sbagliato per assumere decisioni ovviamente sbagliate. Ha, da par suo, rigettato le dimissioni.

Caro ex Presidente, ci conceda di rammentarle, infine, con l’aiuto di una locuzione che “di riffa o di Raffa”, lei ancora solca i tappetini istituzionali mentre 100 disperati lavoratori della ex SoGAS si preparano, grazie al suo operato, alla mobilità e al licenziamento.

Ergo, la domanda non è più dov’era ma, piuttosto, lei dove sarà.....?

La risposta potrebbe pervenire dalla Procura della Repubblica che, dopo l’avvento del Dott. Dominijanni ha registrato una interessante attenzione sul versante investigativo SoGAS prima inspiegabilmente sterilizzato.

Reggio Calabria 25/11/2016

RSA UGL TA Il Segretario Regionale UGL TA

Salvatore De Lorenzo Angelo Di Bua Giancarro

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L’UGL, con nota pungente e affatto gratificante per il piccolo uomo politico Raspa, chiede dove fosse il socio di maggioranza quando la SoGAS rotolava tra bilanci falsi e assunzioni contro legge e regolamenti. Dov’era il piccolo uomo politico che, addirittura, ha ricevuto nel suo rifugio di Via Aschenez, il nuovo Prefetto con conseguente comunicato stampa da brivido: “Un cordiale colloquio”? Dov’era quando nominò nel C. di A. della SoGAS, l’ingegnera tifosa di GA.GA, moralmente incompatibile essendo il suo sposo uno dei cinque ingegneri inviati dalla NASA per edificare la capitolazione di ciò che rimaneva del rudere? Dov’era, quando il non vedente Rogolino, prima consulente di Fuda, poi assunto in organico illegittimamente dal povero BOVA, con l’incarico, dopo le dimissioni del dr LIA per evitarsi la galera di direttore amministrativo con il bastone bianco? Dov’era quando ha nominato presidente, il generoso CTU Carlo Albero Porcino e vice presidente il dottore avvocato Vincenzo Calarco, già consulente di Fuda intascandosi 110.000,00 €? Dov’era quando presentò alla grancassa una fattura di 50.000,00 euro, non liquidata e non pagata, per una falsa consulenza nel ruolo di vice presidente? Dov’era quando il dottore e il CTU hanno stabilito d’incassare una congrua somma percentualizzata sui tetti cadenti dei bilanci falsi? Dov’è ora che il dottore avvocato pare abbia chiesto d’inserirsi nel blando fallimento e non nella bancarotta fraudolenta (il CTU è di casa nella sezione fallimentare presso il Tribunale di Reggio Calabria), per la modica somma di € 500.000,00? L’abbiamo intravisto il piccolo uomo politico, quando versò quella misera somma, firmata dall’incosciente biondino avv. Battaglia, che probabilmente servirà a pulire i cessi dove tempo che fu circolava droga? Gli illeciti penalmente apprezzabili consumati allegramente dal genero CTU e dal dottore avvocato, meritano un trattamento secondo legge sempre se è uguale per tutti. Il mio dubbio è che qualche personaggio frena e la macchina della giustizia non parte. Dimenticavo: è lecito rubare?


Francesco Gangemi


 
 
 

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