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ITALIANI INCAZZATI

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  • 14 nov 2016
  • Tempo di lettura: 6 min

MAFIA CAPITALE. TANGENTI GOGO

QUESTA E’ MAMMA DI MAMMA SANTISSIMA. LA ‘NDRANGHETA HA DA IMPARARE

ROMA

LE IPAB

Gli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB), istituiti con Regio Decreto n. 2841 del 1923, sono enti di diritto pubblico che hanno o dovrebbero, in tutto o in parte, perseguire la finalità di prestare assistenza ai più poveri o provvedere alla loro educazione, all'istruzione, all'avviamento, a qualche professione, arte o mestiere o in qualsiasi altro modo, migliorarli sia moralmente sia economicamente. Gli istituti che operano sotto la vigilanza delle Regioni, svolgono attività d’assistenza agli anziani, agli handicappati, ai minori e altre categorie deboli, curandone la formazione e l'educazione, gestendo ospedali, brefotrofi, ospizi, ricoveri, collegi, asili e altro ancora. Sono o dovrebbero essere enti no-profit, soggetti alle norme di diritto amministrativo e gestiti da un Consiglio d’Amministrazione che ne elegge il presidente. Le Istituzioni Pubbliche d’Assistenza e Beneficenza nel perseguire i propri fini possono utilizzare anche mezzi giuridici che regolino i rapporti fra soggetti privati, ad esempio, compravendite, locazioni, mutui, appalti, depositi, conti correnti, eccetera. I parametri di funzionamento sono definiti dalle norme e direttive delle Regioni, le quali erogano anche i contributi per la riduzione delle rette d’assistenza.Gli Istituti di Santa Maria in Aquiro (ISMA), sono un’Istituzione Pubblica d’Assistenza e Beneficienza (IPAB), fondati nel 1936 e regolati dallo Statuto con legge del dicembre 2002. Il loro scopo o missione è fornire servizi socio-sanitari qualificati ai minori e agli anziani, che si trovano in condizioni d’emarginazione, di disagio psico-fisico e sociale. Attraverso l’adozione e il monitoraggio di programmi mirati alla creazione di corrette strutture d’accoglienza, alla formazione di operatori qualificati, all’erogazione di servizi socio-assistenziali, allo sviluppo di convegni e campagne di sensibilizzazione e di percorsi d’inserimento nel mondo del lavoro. La Governance dell'IPAB-ISMA, nominata dal Presidente della Regione Lazio, dott. Nicola Zingaretti (PD), è la seguente:Presidente - Massimo Pompili (Deputato PD, maturità classica, € 4.029,26/mese); Vice Presidente - Flavio Conti (Laurea in economia e commercio, € 3.986,49/mese; Consigliere - Marco Iacobucci (€ 3.542,64/mese).Nell’ottobre 2016, l'ISMA ha agli attivi 327 immobili e 151 quadri. Frutto di lasciti.Segretario Generale – Sergio Basile (magistrato della Corte dei Conti, € 6.000,00/mese)

CHI E' L'AVVOCATO BASILE

Palermitano doc, nato nel 1948. Studia a Roma, dove si laurea in giurisprudenza e, quasi subito, entra nei ruoli dell'Istituto Superiore della Sanità. Pian piano ricopre l’incarico di dirigente. Nel 1987, è elevato a Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente. Grazie ai brillanti risultati di carriera, nel gennaio 2010, a 62 anni suonati, è nominato Consigliere della Corte dei Conti presso la Sezione Regionale di Controllo per l'Emilia Romagna. Dal 15 febbraio 2011 al giugno 2013, è stato il capo del Gabinetto del Sindaco Alemanno. Roma, Caput Mundi.

Dal 14 aprile 2014, svolge le funzioni di Segretario Generale degli Istituti Santa Maria in Aquiro (ISMA), Ente Pubblico d’assistenza e beneficenza della Regione Lazio.

Il dottor Sergio Basile, firma i contratti di locazione qualificandosi magistrato della Corte dei Conti, perché il titolo rimane a vita.

I LAVORI LIEVITATI

Siamo nel marzo 2003. Presidente della Regione Lazio, MARRAZZO (PD). Il Senato loca un immobile, a Piazza Capranica di proprietà dell'ISMA, da destinare a uffici per il bivacco dei Senatori. L'edificio ha bisogno di lavori d’adeguamento e ristrutturazione. Le parti pattuiscono un canone di € 853.678,53 annui, rideterminato per i primi diciotto anni a 426.839,26 euro per consentire al Senato d’ammortizzare i costi dei lavori, per poi tornare al canone originario con aggiornamento ISTAT. Il tutto sigillato dalla congruità dell’Agenzia del Demanio.

La gestione dei lavori è affidata al Provveditorato alle Opere Pubbliche, che la finanzia con circa € 4 milioni. Tuttavia, i lavori costeranno € 26 milioni (quelli fatturati) e gli uffici saranno disponibili solo nel marzo 2011.

A questo punto, considerate le lievitazioni dei tempi e dei costi, il Senato chiede consiglio all’Avvocatura Generale dello Stato e all’Agenzia del Demanio. Quest'ultima suggerisce di ammortizzare i maggiori costi in un arco di anni 40.

Cosicché il Senato della Repubblica, che non c'è fino al 4 dicembre, tenta di ribaltare i maggiori costi all'ISMA. Riuscendoci. Infatti, scrive al Presidente dell'Istituto il deputato PD, Massimo Pompili – ancora in carica - e chiede la rinegoziazione del contratto poiché il Senato avrebbe versato canoni dal 2003 al 2011 senza fruire dell'immobile.

L'operazione sembra conclusa sicché l'allora Segretario Generale, si oppone per via dei costi della ristrutturazione, che paradossalmente li avrebbe sostenuti l'ISMA non percependo i canoni. A questo punto è licenziato e dal 14 aprile 2014, al suo posto è nominato l'avvocato Sergio Basile, col titolo di magistrato della Corte dei Conti. Senza concorso. Tralasciamo di commentare altri passaggi della scandalosa questione, finalmente è emanato l'atto transattivo col quale: “a titolo di recupero dei canoni versati agli ISMA per la conduzione dell’immobile senza averne potuto godere, il Senato è esentato dal pagamento dei canoni dallo 01 gennaio 2018 sino al 31 maggio 2029. Dal 1 marzo 2015 al 31 dicembre 2017 i canoni scontati per i primi due anni del 15% e il terzo del 30%”. Inoltre, giacché il Senato non paga la pigione dallo 01 dicembre 2013, l'ISMA rinuncia a qualsiasi pretesa dei canoni non versati. Al Senato, inoltre, è stata riservata la facoltà a trasferire la conduzione dell’immobile ad altra Amministrazione Pubblica. All'uopo l'ISMA ha prestato esplicito consenso irrevocabile. Popolo Pio Bue, in questa operazione immobiliare, non c'è stata l'ingerenza della criminalità organizzata. Quella con la coppola e la lupara. Invece, l'affare è stato gestito dalla Corporate Balducci e qualcuno del Senato. Tu, Popolo Pio Bue, stai pagando i costi che il Senato ha indebitamente versato nelle casse della cricca & C. In realtà, l'immobile che l'ISMA ha abusivamente concesso alla cricca di ROMA-MAFIA-CAPITALE, era originariamente un collegio di proprietà della famiglia SALVIATI, donato con vincolo di destinazione: “Utilizzo per assistenza e formazione di giovani e orfani”. Il vincolo nasce dalla Bolla Pontificia del 1610 di Papa Paolo V Borghese. Il Presidente dell'ISMA, il deputato PD Massimo Pompili (che brutto cognome), con la maturità classica (da curriculum), intervistato da “Il Tempo”, dichiara: “Non commento. Ci sono pareri autorevoli e non intendo intervenire sulla questione”. Viceversa, la dott.sa Olivia SALVIATI, discendente del Cardinal Antonio Maria SALVIATI, intervistata da “IL TEMPO”, rilascia le seguenti dichiarazioni : A – “Voglio fare una denuncia chiara. Bisogna capire il sistema: il "sistema" è stato utilizzato anche per l’ospedale San Giacomo e oggi si sta ripetendo con il Collegio Salviati. Creare il debito è il chiaro strumento per potersi appropriare dei beni pubblici. Stanno creando una situazione debitoria degli IPAB Santa Maria in Aquiro di cui fa parte il collegio così, in seguito, con il pretesto del deficit creato ad arte, potranno vendere il ricchissimo patrimonio immobiliare”;B – “No. L’ho scoperto per caso vedendo degli operai al lavoro. Mi dissero che stavano facendo delle ristrutturazioni per il Senato. Sono rimasta stupita, poiché ho sempre saputo che era in uso ad ISMA per scopi benefici. Da qui a diventare un palazzo per i senatori, ne passa ... Inoltre sotto al Collegio è stato scoperto un Tempio di importanza pari al Pantheon, il Tempio di Matidia. Ebbene, come mai la Soprintendenza non è intervenuta per tutelare una scoperta così rilevante? Questo è un punto che dovrà essere chiarito”C – “Mi sono stancata del muro di gomma della politica: delle carte che spariscono, delle spartizioni, delle manipolazioni delle notizie e soprattutto del furto del patrimonio italiano. Andrò avanti per le vie legali per rientrare in possesso di questi beni e restituirli alla loro destinazione originaria. Intendo mantenere lo spirito del lascito. Questa è una battaglia dura, contro mafie, colletti bianchi, palazzinari legati alla speculazione sul Patrimonio. Per tutelare me e altri ho lasciato tutta la documentazione in varie mani di fiducia qualora dovessero storcermi un capello. Mi appello alla nuova classe dirigente romana e italiana perché prenda la staffetta e diventi custode del patrimonio italiano”.Quanto denunciato dalla dottoressa SALVIATI, non fa una piega. La politica, nella fattispecie il PD, dimostra ancora una volta che non c'è limite alle tangenti. Il Capo del Governo, tale Renzi, avrebbe dovuto rottamare la politica e riformare l'ITAGLIA. E' accertato, invece, che si vuol cambiare per non cambiare nulla. Anzi. Per peggiorare. La Soprintendenza, tirata in ballo dalla SALVIATI, non ha fatto nulla, o poco, per tutelare i resti del tempo di Matidia. Invece, rompe i coglioni ai poveretti che durante uno scavo ritrovano la lattina di coca cola del tempo che fu. Noi auguriamo che la battaglia della famiglia SALVIATI possa andare sino in fondo, ponendo a nudo le verità: le mazzette ai senatori e gli appetiti delle costellazioni. L'augurio è ben riposto perché a capo della Procura di Roma Caput Mundi, è stato messo uno dei pezzi storici dell'inquisizione, quasi un reperto archeologico alla stregua del Pantheon, Don Giuseppe Pignatone. Che, al pari di quanto fatto nella nostra Città del Nulla, terminerà le indagini positivamente. Per i Senatori. D'altra parte l'indagine su Mafia-Roma-Capitale tutti sanno come finirà. Colpevoli Tutti e Nessuno. Dottoressa SALVIATI, forse otterrà qualcosa se al dott. Pignatone riferisse che i lavori del collegio siano stati affidati a un'impresa mafiosa della Calabria. Magari di Platì. Poiché adesso va di moda. Nelle more, le mazzette sono state addebitate alle tasche del Popolo Pio Bue. Allo schifo non c'è mai fine. Non si toccano i SENATORI.Ricordiamo alla Procura della Repubblica della Città del Nulla, che IL DIBATTITO ha portato avanti analoga inchiesta per i lasciati della famiglia La Boccetta, inizialmente confluite nelle Opere Pie, e oggi in mano ai soliti tangentieri. Il tutto è stato ampiamente documentato e l'allora Procuratore, oggi in Caput Mundi, non ha inteso dare seguito. Le edizioni dei giornali sono disponibili presso la nostra redazione. Qualora ci fosse l'interesse.

ABELE


 
 
 

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