COMUNE DI CORIGLIANO
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- 3 nov 2016
- Tempo di lettura: 4 min
LA VERGOGNA AL COMUNE DI CORIGLIANO
Di Giovanni FERRARI

“Gli uomini non si vergognano quando pensano qualcosa di sporco,
bensì quando immaginano che si attribuiscano loro questi pensieri sporchi”
Friedrich Nietzsche.
Probabilmente il Sig. Sindaco Don Giuseppe Geraci non conosce l’etimologia della parola VERGOGNA.
Deriva dal latino (corruptio, etim, cum-ruptiori “VEREOR”), che significa rispetto, timore rispettoso, si tratta di un’alterazione della legalità, di un illecito congiunto che è frutto di una complicità, il risultato di una relazione malata, l’esistenza di un corrotto implica quella di un corruttore, ed entrambi traggono benefici illegali, scambio di offerte al fine di ottenere un affare illecito. La parola corrispondente in inglese è “SHAME”, si ricollega alla radice indoeuropea “kAM”, che significa nascondere coprire. Nell’origine latina il significato pone l’accento sulla motivazione scatenante ossia il senso del rispetto. La radice inglese indoeuropea invece pone l’accento sull’azione conseguente (il nascondere, velare).
Se il caro Don Giuseppe, invece di occuparsi dei propri affari e della sistemazione dei propri familiari, prendesse un qualsiasi vocabolario della Lingua italiana, capirebbe il senso e il significato della parola “VERGOGNA”, siccome non ha mai aperto un libro, non si è mai aggiornato, l’INCULTURA è il suo vivere quotidiano, non potrà mai capire dove arriva il limite della “VERGOGNA”.
I miei maestri di vita e di formazione Carlo BO e Don Italo MANCINI, mi hanno trasmesso nella vita accademica , insegnamenti, valori e principi di moralità, dignità e onestà intellettuale
Stia tranquillo e sereno Dott. Buonofiglio, continua a svolgere il suo onesto lavoro, senza paura e minacce.
L’autonomia del giornalista serve a garantire l’obiettività dell’informazione. L’informazione obiettiva serve unicamente la collettività, ossia persegue un interesse generale. Il dovere di autonomia vuole impedire che la funzione giornalistica venga subordinata ad interessi particolari. Il dovere più pregnante del giornalista è caposaldo del diritto di cronaca e il dovere di verità, considerato sia dalla L. n. 69/1963 che della stessa Carta dei Doveri. In più punti la Carta dei Doveri pone l’accento su quelli che, al pari del dovere di verità, vanno considerati valori etici assolutamente inderogabili: l’autonomia e la credibilità del giornalista. La libertà di informazione e di critica è un diritto insopprimibile dei giornalisti.Stiano tranquilli e sereni i coriglianesi, il Sig. Geraci pagherà pesantemente tutto il malaffare e la corruzione regnante attorno a sé ed ai suoi lecchini, che ancora per poco regnano nel Comune di Corigliano. Lei avrà una grande soddisfazione, occuparsi a tempo pieno del trasferimento dalla sede Municipale alle patrie galere.Nella mia vita, ho Presiedute tante commissioni di concorsi, sia nel mondo accademico che nelle istituzioni, mi chiedo: come è possibile che un concorso espletato per un SOLO posto sette anni fa in cui risultava vincitore il Dott. GRECO, rimane ancora aperto? il Dott. Levato e la Dott.ssa Felicetti (nuora di Don Giuseppe), non hanno vinto alcun concorso, pertanto non si può procedere ad alcun scorrimento della graduatoria, inoltre mi chiedo e mi rivolgo a Lei Dott. Eugenio FACCIOLLA Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari affinché possa ripristinare legalità al Comune di Corigliano; a che titolo il Sindaco ha nominato un Comandante dei Vigili Urbani facente funzioni, senza i relativi titoli richiesti dalla legge? l’unica soluzione legale è quella di procedere ad un nuovo concorso, dove possono partecipare altri validi giovani laureati con dignità , onestà e moralità che hanno onorato la nostra Città.La Città di Corigliano, bella, ricca di storia, di arte di cultura ed i coriglianesi sparsi nel mondo, orgogliosi di essere coriglianesi, non meritava di essere amministrata da questi loschi personaggi che hanno perso il senso della VERGOGNA E DELLA SPUDORATEZZA.Quanti problemi affliggono Corigliano e il proprio territorio: un disagio sociale impressionante, famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, costrette a rivolgersi alla Caritas, pagando pesante cartelle di tasse e tributi senza ottenere i necessari servizi, la viabilità al dissesto, basta girare per le strade e le frazioni per rendersi conto dello stato pietoso, piene di buche e di spazzatura, le fogne che esplodono, respirando aria puzzolenta, ancora sulla spiaggia masse di rifiuti e di rottamazione che hanno causato incidenti ai bambini, il mare inquinato, la sanità al collasso, le scuole malsane grazie all’assessore all’INCULTURA, per non parlare del mio Centro Storico, l’elenco è lunghissimo, è inutile citare tutto il malessere che i coriglianesi sono costretti a vivere quotidianamente, un Sindaco insensibile, che non riesce a dare neanche una risposta ai poveri pensionati di Schiavonea che da tempo lo supplicano ad aprire la sede sociale, gente che ha dedicato una vita lavorando e facendo grossi sacrifici, un Sindaco che non sente neanche la puzza dei suoi cavalli in cui vive, un Sindaco incapace di comunicare e di volgere lo sguardo sui problemi che affliggono il territorio in quanto stupidamente sedotto dalla vanità della vita (i soldi, il potere) .Un Sindaco che privilegia i propri interessi clientelari che pesantemente continuano a frenare la corretta gestione della cosa pubblica nel Comune. La sensazione generale che ne deriva è una sorta di profondo turbamento, di disorientamento, di confusione, di instabilità mentale e di fuga.Interessante è l’interpretazione filosofica che J.P.SARTRE dà della vergogna. Egli riconduce la vergogna al puro e semplice fatto di essere esposti allo sguardo dell’altro. La vergogna scrive SARTRE non è il sentimento di essere questo o quell’oggetto criticabile; ma in generale di essere un oggetto, cioè di riconoscermi in quell’essere degradato, dipendente e cristallizzato che io sono per gli altri. La vergogna è il sentimento della caduta originale, non nel fatto che abbia commesso questo o quell’errore, ma semplicemente del fatto che sono caduto nel mondo, in mezzo alle cose. Per questo il simbolo biologico della caduta, dopo il peccato originale, è il fatto che Adamo ed Eva capiscono di essere nudi (l’Essere e il Nulla di J.P.SARTRE). Fiducioso nella sensibilità e responsabilità dei coriglianesi, che sapranno liberarsi alle prossime elezioni da questi pseudo amministratori, fiducioso soprattutto nella Magistratura che tiene a cuore la legalità del territorio, fiducioso nella realizzazione dell’Area Metropolitana della Sibaritide e non nella fusione Corigliano-Rossano da me auspicata in altri interventi PROF. GIOVANNI FERRARI. DOCENTE UNIVERSITARIO
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