OMICIDIO FORTUGNO-INCIDENTE PROBATORIO
- -
- 27 ott 2016
- Tempo di lettura: 8 min

L’ultimo a destra con la fascia abusata è il piccolo uomo politicante Raspa
In occasione dell’anniversario della morte violenta dell’on. Fortugno, la moglie ebbe a dire che non perdonerà mai i colpevoli. Rispetto la sua religiosità. Le chiedo con umiltà: chi sono i colpevoli? La sua coscienza, ex deputatessa, Le suggerisce veramente che ad ammazzare suo marito sarebbero stati padre e figlio Germanò? Quanti anni lei, deputatessa, ha lavorato nel nosocomio di Locri assieme al signor Germano? Moltissimi? Sì! Allora, ha avuto modo di conoscere bene il suo collaboratore. Se è così, le chiedo con il massimo rispetto, lei, in coscienza è convinta che a uccidere suo marito siano stati padre e figlio Germano? Metta da parte le gloriose investigazioni, denominate “Arcobaleno 1 e 2”, condotte con fervore dal famoso detective Silipo richiesto addirittura dal Federal Boureau of Investigation, e dica se ha per caso qualche dubbio, signora Laganà in Fortugno? Rilegga con molta attenzione le sue prime dichiarazioni che pubblicherò per la seconda volta. Scavi signora Laganà in Fortugno fino in fondo nella sua coscienza e se per caso riterrà d’averne, lo riferisca all’ottimo PM, dr Arcadi.
INCIDENTE PROBATORIO DEL NOVEMBRE 2006 – DI SCENA PICCOLO BRUNO
Allora, possiamo iniziare, Piccolo Bruno, controesame, comincia l’avvocato Luigi Mollica per Scali Alessio. Siete pregati di volta in volta di presentarvi anche per la posizione che difendete anche per la registrazione. Prego avvocato.
AVV. MOLLICA – Buongiorno Signor Piccolo, sono l’avvocato Luigi Mollica in difesa di Scali Alessio. IMP. PICCOLO B. – Buongiorno… AVV. MOLLICA – Senta lei ha detto le scorse udienze che del? IMP. PICCOLO B. – I rapporti più stretti sono incominciati dal mese di Giugno in poi. AVV. MOLLICA – Perfetto. MP. PICCOLO B. – Durante il periodo estivo. AVV. MOLLICA – Perfetto. Poi ha anche riferito che dall’inizio gli altri componenti… il gruppo erano Novella Domenico, Audino Domenico, Dessì Carmelo e Crisalli Carmelo. Si ricorda questi quando li ha conosciuti e come li ha conosciuti? IMP. PICCOLO B. – Queste persone l’ho sempre conosciute, non le ho conosciute in quel periodo, ho incominciato a frequentare queste persone in quel periodo ma le ho sempre conosciute. (se le ha sempre conosciute, le avrà pure frequentate sia pure in posti diversi dal bar dove i cialtroni si riunivano NDR) AVV. MOLLICA – Le ha sempre conosciute. Quindi prima li conosceva così, diciamo di vista oppure…? IMP. PICCOLO B. – Amichevolmente. AVV. MOLLICA – Amichevolmente non vi frequentavate. IMP. PICCOLO B. – Amichevolmente (li frequentava amichevolmente non saprei in quale altro modo li avrebbe potuto frequentare… fa bene l’avv. Mollica a insistere NDR) AVV. MOLLICA – Ecco. Ha riferito pure che sono tutti cugini, tutti parenti, conferma questa circostanza? IMP. PICCOLO B. – Che io sappia si. AVV. MOLLICA – Si. IMP. PICCOLO B. – Si, che io sappia si. AVV. MOLLICA – E allora, visto che prima c’era questa conoscenza solo amichevole, quando si è stretto il rapporto con tutti questi soggetti? IMP. PICCOLO B. – L’ho detto, in quel periodo estivo. AVV. MOLLICA – Ecco, lei alla scorsa udienza, non mi ricordo a quale, per precisare il momento diciamo, ha riferito “Dopo l’omicidio di Cordì Salvatore”, conferma questa circostanza? IMP. PICCOLO B. – Si. AVV. MOLLICA – Dopo questo evento, quando avete iniziato a frequentarvi, eravate sempre insieme? IMP. PICCOLO B. – Quando non lavoravo eravamo sempre insieme, quando era al bar qualcuno veniva anche al bar a trovarmi per prendere un caffè. AVV. MOLLICA – Senta lei ha detto che vi riunivate in un posto tranquillo e isolato. Perché avevate necessità di stare isolati? IMP. PICCOLO B. – Noi non ci riunivamo in un posto tranquillo e isolato, in un posto tranquillo si ma isolato no perché si trovava presso l’abitazione della famiglia Dessì, fuori hanno un garage adibito a cucina dove noi passavamo la maggior parte del nostro tempo. AVV. MOLLICA – Quindi, diciamo, non… perché lei, a domanda del Pubblico Ministero, nel verbale di interrogatorio del sette dodici duemila e cinque a pagina quattro a specifica domanda “Perché avevate necessità di un posto tranquillo e isolato?” lei risponde “Perché facevamo delle grandi serate, mangiavamo sempre e ci raccoglievamo per divertirci”, questo lei l’ha dichiarato il sette…IMP. PICCOLO B. – Si, è quello che ho appena detto. AVV. MOLLICA – Eh? IMP. PICCOLO B. – Si, è quello che ho appena detto, era un garage adibito a cucina e là passavamo le maggior parte delle nostre serate. AVV. MOLLICA – Eh, quindi conferma la precedente dichiarazione che vi riunivate perché facevate delle grandi serate, mangiavate e vi raccoglievate per divertirvi. MP. PICCOLO B. – Si. AVV. MOLLICA – Senta, poi ha riferito, sempre la scorsa udienza, che di questi soggetti erano assiduamente insieme Dessì Antonio, Crisalli Carmelo, Novella Domenico e Audino Domenico. Ora le domando io: quando ha stretto il rapporto di amicizia con Scali Alessio? Lo stesso periodo? IMP. PICCOLO B. – No, no, l’ho stretti molto prima. L’ho stretti… a Dicembre già lo conoscevo, in quel periodo, a Dicembre, ho incominciato a stringere i miei rapporti con Scali che ha cominciato a frequentare il mio bar. AVV. MOLLICA – Ma che rapporto c’era in quel periodo? IMP. PICCOLO B. – Già ci conoscevamo. AVV. MOLLICA – Si ma che rapporto c’era con Scali Alessio? MP. PICCOLO B. – All’inizio c’era un rapporto di conoscenza e poi è andato sempre più rafforzandosi diventando anche un rapporto posso dire fraterno da parte mia. AVV. MOLLICA – E Scali Alessio quando… una domanda più specifica: quando iniziò poi a frequentare il gruppo? Sempre dopo l’omicidio di Cordì Salvatore naturalmente. IMP. PICCOLO B. – Si, sempre insieme a me perché uscivamo insieme in quel periodo con Scali. AVV. MOLLICA – Senta lei all’ultima udienza, la scorsa udienza, ha detto che cominciò a frequentare questi soggetti per poter attuare la sua vendetta perché… ora le chiedo io: cosa sapeva di questi soggetti? MP. PICCOLO B. – io di preciso non sapevo niente però sapevo che se volevo fare qualcosa appoggiandomi a queste persone l’avrei ottenuto. AVV. MOLLICA – Si, e in che senso? Me lo può spiegare? Cioè cosa sapeva di preciso? Sapeva per sentito dire? IMP. PICCOLO B. – All’inizio potevo sapere per sentito dire, per nominata, ma poi ho cominciato a frequentare il gruppo e sono venuto a conoscenza di quello che potevano fare oppure non potevano fare. AVV. MOLLICA – Io le faccio questa domanda perché lei, sempre nel verbale del sette dodici zero cinque, questa non é una contestazione Signor Giudice, lei definisce queste persone che li conosceva come “attive”, ci vuole spiegare cosa significa? Cosa intende come “attive”? P.M. COLAMONICI – Avvocato per favore mi dice la pagina del verbale. AVV. MOLLICA – Pagina sette. PUBBLICO MINISTERO – Grazie. AVV. MOLLICA – Anzi è proprio il Pubblico Ministero che le dice “Queste persone sono attive? Erano attive?” e lei risponde “Si”, ecco, io vorrei sapere in che senso “attive”? Cosa intende? Anzi ha detto prima che lo sapeva, tra virgolette, “per nominata”. IMP. PICCOLO B. – Ho detto prima “per nominata” perché sapendo che tutti i controlli che avevano delle forze dell’ordine e che qualcuno di loro era anche stato in carcere. AVV. MOLLICA – E di queste persone chi erano quelle attive? Tutte oppure no? Oppure alcune diciamo? Per essere più corretti. IMP. PICCOLO B. – Mah, tutte no, alcune si. AVV. MOLLICA – E lei Scali Alessio lo include fra le persone attive o meno? IMP. PICCOLO B. – No, non lo includo tra le persone attive, posso includere tipo una persona che segue il branco, che segue il gruppo. AVV. MOLLICA – Ma quando ha stretto i rapporti dopo l’omicidio di Cordì Salvatore non seguiva nessun gruppo, non era una persona attiva. Sa se avevano dei precedenti? IMP. PICCOLO B. – Scali si, aveva dei precedenti. AVV. MOLLICA – Guardi a me non risulta, dal certificato penale non risulta. IMP. PICCOLO B. – Io so che era stato indagato per spaccio e per un motorino rubato, può darsi che non sia un granché di precedenti però è sempre un precedente. AVV. MOLLICA – No, non ha nessun precedente voglio dire. Comunque non la riteneva una persona attiva in conclusione. Senta, passando alle armi, lei chi consegnasse le armi allo Scali? (il povero Piccolo Bruno inizia a impappinarsi, insomma è evidente che non abbia la stoffa e l’astuzia dei pentiti di professione e per questo credo sia stato impiccato… almeno questa è la mia opinione, non perché scomodo forse troppo stupido NDR) IMP. PICCOLO B. – Le armi allo Scali qualche volta le ho consegnate io, qualche volta le ha consegnate Dessì, qualche volta le ha consegnate… un po’ tutti, ora di preciso non vi posso dire chi però le armi che (inc.) passavano da tutti. AVV. MOLLICA – Senta lei all’udienza del tredici Novembre riferisce di essere a conoscenza di due o tre pistole, una 7.65, una 9 per 21, una 357 e qualche fucile a canne mozze e qualche fucile normale, anzi un fucile a canne mozze e uno normale, a pagina settantasette delle trascrizioni, e dice che queste le ha osservate a casa dello Scali e parla pure di un numero di circa venti, si ricorda questa circostanza che ha riferito all’udienza del tredici Novembre? IMP. PICCOLO B. – Si. AVV. MOLLICA – Ecco. Allora io le devo dire una cosa, le dico una cosa: lei nel verbale del sette dodici zero cinque a pagina venti a domanda specifica del Pubblico Ministero, e le ripeto la domanda del Pubblico Ministero “Qualche volta succedeva che con Scali guardaste queste armi?”, lei risponde “No perché non ero” e rimane in sospeso, poi il Pubblico Ministero continua “Lei non era curioso di vedere queste armi?” e lei risponde “No, non mi piacciono”, quindi allora le chiedo: come fa a dire quali e quanti armi ha visto vi fossero a casa di Scali? IMP. PICCOLO B. – Perché quelle armi che ho detto, il fucile, come si è visto, uno dei fucili l’ho portato io, un fucile a canne mozze, l’altro fucile è stato il fucile che ho preso io per andare a fare la prova e poi le armi sono le armi che io la maggior parte portavo sempre addosso e che io il più delle volte consegnavo a Scali. AVV. MOLLICA – Si, forse non mi sono spiegato io. Lei in una precedente dichiarazione ha detto, ha dichiarato di non aver mai visto queste armi. MP. PICCOLO B. – Non è vero niente. AVV. MOLLICA – Quindi la precedente non è vero. IMP. PICCOLO B. – Io ho detto che le armi, di cui io ero a conoscenza all’inizio, erano queste, che poi sono venuto a conoscenza di altre armi che erano state portati nell’appartamento di Scali ma non so né quante e né quali fossero. AVV. MOLLICA – Si, su questo siamo d’accordo, però lei ha riferito all’epoca, al Pubblico Ministero, quando gliel’ha chiesto il Pubblico Ministero, di non aver mai visto queste armi, invece all’udienza del tredici Novembre ha detto che le ha notato a casa dello Scali. IMP. PICCOLO B. – L’ho già detto, quelle armi che sono state dette le ho viste, qualcuna l’ho portata io anche a casa dello Scali, qualcuna l’ho prelevata. AVV. MOLLICA – Va bene. Senta ci può specificare come avveniva la consegna delle armi? IMP. PICCOLO B. – Le pistole passavano… se io dovevo consegnarle a qualcuno passavano sempre dalle mani di Scali a mano mie e poi io la consegnavo. Se poi era lo stesso Scali che le consegnava non lo so però la maggior parte delle volte che venivano consegnate ero sempre io da tramite. AVV. MOLLICA – E a lei è mai stato chiesto qualche volta di andare a prendere qualche arma per consegnarla poi? IMP. PICCOLO B. – Mah, mi è stato chiesto qualche volta di prelevare qualche pistola da consegnare, si. AVV. MOLLICA – Ecco, io allora le devo dire che lei nel verbale del dodici Dicembre zero cinque a pagina sette lei risponde a questa domanda “Non è stato chiesto a me personalmente di prendere, di andare io a prelevare le armi, passavano loro, se lo prendevano lo Scali oppure chiedevano “Dove sei?”, andavano direttamente sempre loro a prenderle”, quindi da questa dichiarazione risulta che a lei non hanno mai chiesto di andare a prendere le armi per consegnarle. IMP. PICCOLO B. – Io non ho detto che è sempre, io ho detto che qualche volta è stato chiesto anche a me e ho detto che le armi passavano dalle mani di Scali e per mano mia oppure anche ho anche detto che anche qualche volta forse lo Scali le ha consegnate. AVV. MOLLICA – Si, ma lei, all’epoca, ha detto una dichiarazione completamente diversa nel senso che a lei non è mai stato chiesto di consegnare le armi. (Povero Piccolo, non capisco i motivi che lo abbiano indotto a pentirsi? Per alleggerire la sua posizione? Oppure gli è stato suggerito e da chi? NDR)Continua dagli anni precedenti. A prestoFrancesco Gangemi
Comments