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IL PENTITO DI NON ESSERSI PENTITO

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  • 24 ott 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Dove eravamo rimasti? Alle mazzette? Sì! Ricordo

Nostra inchiesta. Continua dagli anni precedenti

Non ci siamo dimenticati, cari lettori. Quando prendiamo un impegno, lo portiamo sempre e a termine. Non possiamo osservare la continuità giacché abbiamo molte finestre aperte e, pertanto, vi prego di scusarci. Allora, il bugiardo Licandro, chiacchierando con il dr Pennisi che lo verbalizza unitamente al capo della Squadra Mobile, se ben ricordo, nella Caserma dei Carabinieri di Via Aschenez, afferma con sfacciataggine che dalle imprese locali la sua giunta, e quelle precedenti non pretendevano il pizzo. Perdonatemi se mi ripeto. All’epoca assessore il pentito, la giunta, quasi al completo, si riuniva in un’abitazione sita nei pressi dell’ex sede dell’Ordine dei medici o se vi piace dei massoni. Non tutti, ovviamente. Presenti gli imprenditori locali. In quella sede stabilivano di concerto: al primo sal prima dell’erogazione del dovuto, tot mazzette e via di seguito. Accade che non solo i maestri del pizzo s’intascassero la mazzetta, addirittura non pagavano il sal come da accordi. Accade, che proprio gli imprenditori locali chiedano altro in contro durante il quale le parti convengono: prima si paga il sal e poi il pizzo. E così fu. I due, il pentito e il sostituto, riprendono il cordale colloquio e Pennisi chiede al suo interlocutore a riassumere l’erogazione di tangenti provenienti dal centro direzionale, vale a dire dal CEDIR. D: lei ha ricevuto 100 milioni una prima volta … R: … con Nicolò… R … che mi consegnò Nicolò, che ha avuto la consegna materiale … D … che a sua volta ne ha preso 200… R: … 200 e che ha distribuito, secondo quanto mi ha dichiarato, nella maniera che le ho detto … D … della Bonifica in Roma … R: sì, so che diede 10 milioni a Bruno Napoli, mi disse Nicolò all’epoca. In seguito Nicolò e Licandro hanno avuto, a dire del pentito, altri 40 milioni che furono dati, sempre e dire del pentito, all’on. Franco Quattrone perché aveva il problema di Bruno Napoli. Ciò avvenne nella sede di Bonifica in Roma, erogatore tale Ricci. In totale i due comparucci intascarono una prima tranche di 140 milioni. Il pentito invece ebbe direttamente da Gallo, sempre nella sede romana di Bonifica, 200 milioni. Gallo pagava per conto della Lodigiani e della CMC. E ancora, il pentito ricorda che dei 200 milioni, 100 li diede al PSI – che minchiate! – e che personalmente consegnò al massone Manti 10 milioni, 10 al sen. Napoli e 20 o 15 a Battaglia. Il pentito dà 40 milioni a LOGOTETA affinché li distribuisse agli assessori socialisti e ne avrebbe dato: sette all’assessore BAGNATO, quattro o cinque all’assessore LAFACE e tre all’assessore BORRELLO e nulla all'assessore ALBANESE perché “E’ UN UOMO TUTTO IN UN PEZZO”. Dei 40 quaranta milioni che il pentito ricevette, 10 li ha dati a LOGOTETA. Insomma, sempre secondo il racconto del mazzettista della “CITTA’ DOLUTA E NON DOLENTE”, la giunta comunale invece d’essere al servizio della comunità si pasceva giornalmente di pizzo e doppio pizzo. Da una parte un collettore socialista e dall’altra uno democristiano. Il pentito conferma che il collettore PSI sia PALAMARA perché ha rapporto con l’ASI nella persona del dottor Isidoro NOVACO, che aveva il compito di scaldare la sedia sua e degli altri accoliti. Nella raccolta di denaro, riferisce il pentito, che il dr GALLO mise da parte 30 milioni che avrebbe consegnato all’on. NICOLO’ poiché non avrebbe avuto più notizie della LODIGIANI. L’assessore più rognoso pare fosse MARRA poiché avrebbe dovuto acquistare un appartamento alla figlia. Gli unici due assessori onesti furono VILASI e ALBANESE. Questo accadeva nel silenzio assordante. Tutti sapevano. Nessuno apriva le fauci. Finché un giorno, accadde… al prossimo.

AEROPORTONon è la prima volta che questa città disperata rischia di perdere l’aeroporto dello stretto. Infatti, tra una mazzetta e l’altra, sindaco Piero Battaglia, accade che l’associazione dei piloti sospenda i voli notturni, giacché ritiene pericoloso l’atterraggio causa del sacco di Reggio dove i Ciancimino avrebbero potuto prendere lezioni. Il sindaco defunto e il suo braccio destro Licandro, iniziano i contatti con il senatore Petronio. Dopo alcuni incontri presso il Ministero dei Trasporti, gli scienziati pervengono al seguente accordo: eliminare la collina Mortara e altri ostacoli costituiti da torrini. A tal proposito vi fu un accordo di programma tra Reggio, Villa San Giovanni e Messina non attuabile per la mancata registrazione alla Corte dei Conti. Che fare? Rivolgersi al dr Arnaldo CHISARI, direttore della programmazione delle Ferrovie. Da questo momento l’attenzione dei due ladroni è rivolta alla scelta di società disposte a mollare il pizzo. Al prossimo, amici lettori. All’epoca non vi era il procuratore in procura. Rubate in pace, allora come ora.Continua dagli anni precedenti. A presto.Francesco Gangemi


 
 
 

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