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LA PANARELLO E' LA SOLA COLPEVOLE?

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  • 21 ott 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Non so se la condanna inflitta alla Panarello, dal Gup di Ragusa, sia stata una decisione giusta o è soltanto l’affermazione di una verità giudiziaria. A tale riguardo ho molti dubbi nella testa, e la voglia di vedere punita la persona che ha ucciso il povero bimbo di 8 anni, mi spinge a non accettare che si consegni all’opinione pubblica un colpevole e non chiaramente il colpevole o i colpevoli, con la mamma di Loris che è stata condannata senza uno straccio di prova e, aggiungo, senza un movente.

A suo carico sono stati considerati come indizi di colpevolezza le continue modifiche del suo racconto che è stato assunto sui mass media e nelle trasmissioni televisive, piene di ‘esperti’ (sempre gli stessi), come elemento certo della colpevolezza della mamma del povero bimbo che è passata dal ‘non ricordo nulla’ alla dichiarazione che ad uccidere suo figlio sia stato il suo amante e cioè suo suocero.

Non dico nulla di straordinario se affermo che quelle trasmissioni hanno avuto un ruolo importante nel ‘costruire’ l’orientamento della nostra opinione pubblica che è diventata, subito e in larga misura, colpevolista ed unidirezionale, anche perché la stessa dichiarazione del rapporto sessuale col suocero è stata ‘massacrata’ dagli esperti, che non riuscivano a perdonarle d’aver mentito fin dall’inizio, ed è stata liquidata con evidente sufficienza e fastidio, mentre sarebbe stato giusto e corretto avviare approfondite indagini sottoponendo il suocero a stringenti interrogatori.

Non sostengo che la Panarello dicesse finalmente la verità ma con quella dichiarazione forniva l’unico movente plausibile che potesse motivare l’atroce delitto consumato. L’obiezione che sicuramente verrà fatta è che non c’erano prove per affermare che la soppressione di Loris sia stata fatta dal nonno del bimbo, ma dimenticando che anche per Veronica non c’erano prove e gli indizi a suo carico sono solo le bugie dette a raffica e la dichiarazione che a buttare nel canalone il figlio sia stata proprio lei. Ma mentre quest’ultimo pezzo, della sua dichiarazione, è stato promosso a verità, il resto viene classificato tra le menzogne perché, udite, udite!, le si imputa d’averla tenuta nascosta e, poi, d’averla confessata ‘fuori tempo’ dai famosi ospiti fissi delle trasmissioni fatte solo per aumentare l’audience stimolando gli istinti giustizialisti della gente comune. Ma, di grazia, se l’ultima menzogna non fosse tale e fosse vero che la scoperta del rapporto sessuale col suocero abbia segnato la sorte del povero Loris, la giustizia espressa con la sentenza di Ragusa sarebbe monca, parziale e insufficiente. Se invece quella dichiarazione è falsa i 30 anni a Veronica ci stanno tutti. Ma da ora all’appello c’è tempo per scavare alla ricerca della verità. Sarebbe un errore, infatti, considerare chiusa la partita perché c’è una sentenza che accoglie le tesi dell’accusa e le sentenze non si discutono.Cercare la verità è un obbligo morale e non serve a nulla rifugiarsi nel ’fuori tempo massimo’ che comunque ha una sua spiegazione. E’ chiaro che a confessare la tresca col suocero (se c’è stata) la Panarello ha avuto bisogno di tempo per farla maturare e realizzare che a pagare il conto sarebbe stata solo lei. Se la confessione è vera è questo che l’avrebbe spinta a vuotare il sacco. Anche le menzogne iniziali si spiegano con la speranza di poter nascondere tutto per salvare almeno il suo matrimonio. Ma in tutta la storia anch’essa ha una parte considerevole di responsabilità. Giovanni ALVARO



 
 
 

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