LE NUOVE RIVELAZIONI DELLO SCIENZIATO DELLA COCOMERIA
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- 29 set 2016
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In queste ultime settimane l'attenzione dei media, è focalizzata sulle nuove (?) dichiarazioni del pentito d’essersi pentito e ora ripentito. Chi è? Lui. Chi? Lo Giudice Nino, detto “il Nano” o, come noi piace chiamarlo noi, “lo scienziato della cocomeria”.
Del Nano, negli anni precedenti ne abbiamo dimostrata l'inattendibilità, d'altronde gli impeccabili e impegnativi memoriali da lui spediti riportavano la firma dei compilatori. D'altra parte, tale soggetto dedito alla vendita dei cocomeri marci, era ed è privo di conoscenze criminali se non le proprie, perché considerato “un pisciaturi”, direbbe un nostro scrittore dialettale, dagli ‘ndranghetisti. Il Nano, non ha spiegato l'unica verità di sua conoscenza ovvero chi della Procura Generale, lo sensibilizzò a mettere la bomba nel portone di DUDU'. Questo pare non importi agli attuali Pubblici Ministeri che indagano sulle stragi di Capaci e Palermo. Ciò premesso, sentiamo di fare una precisazione giacché gli stolti di turno, non ipotizzano tentativi di depistaggio. Siamo e saremo sempre a favore della giustizia giusta però contrari alle strumentalizzazioni di soggetti, quale Lo Giudice, per raggiungere obiettivi che sanno più di resa dei conti e non certo di ricerca del o dei colpevoli. Andiamo ai fatti.
A - Lo scienziato della Cocomeria, scappa dalla località segreta o protetta perché sostiene che uomini dei servizi quasi segreti l'avrebbero intimorito imponendogli di cancellare dalla sua mente AIELLO, detto “faccia di mostro”. Dopo che lo pseudo pentito avrebbe riferito al procuratore della DNA, dott. Donadio, di possedere le foto del presunto killer dei servizi quasi segreti (siamo nel 2012). A tal fine, apprendiamo che mister Cocomero, nel 2007 avrebbe affidato incarico a Cortese Antonio di seguire AIELLO e fargli delle fotografie. In precedenza l'AIELLO si sarebbe recato nella Città del nulla, accompagnato da una donna dei servizi (forse), per contattare Lo GIUDICE avendo intenzione d’acquistare una partita di armi.
B - stando ai racconti dello scienziato della cocomeria, l’incontro con AIELLO risale al 2007, quando quest'ultimo partendo da un luogo imprecisato giunge a Reggio Calabria per chiedere “proprio” a Lo GIUDICE una partita di armi. Non è chiaro se mai sia stata consegnata all'uomo dei servizi segreti. In secondo luogo, lo scienziato della Cocomeria lancia gravi accuse al PM Donadio, che sarebbe stato l'unico a ricevere le confidenze delle fotografie raffiguranti il poliziotto AIELLO. Quindi, a rigor di logica, il PM DONADIO avrebbe rivelato a uomini dei servizi segreti o quasi, l'imminente pericolo rappresentato dal materiale scottante in possesso del Lo GIUDICE. Non si spiegherebbe altrimenti quanto asserito dal Nano, giacché al mancato ritrovamento delle foto dell'AIELLO sul suo hard-disk, siamo ancora una volta nel mondo dell'immaginario collettivo.
C - Il "Nano" avrebbe confidato a Consolato VILLANI, che AIELLO e la donna, tale Antonella, facessero parte del gruppo di fuoco dei Ludioni, che erano responsabili di omicidi eccellenti nei quali “faccia di mostro” fosse implicato finanche nella strage di Capaci. In particolare, lo scienziato della Cocomeria avrebbe confidato al VILLANI, che per l'uccisione di Paolo Borsellino, l'AIELLO avesse mediato con la ‘ndrangheta e cosa nostra per il reperimento dell'esplosivo proveniente probabilmente da Saline Joniche poiché era uno degli organizzatori della strage (dichiarazioni del 2014).
Di recente, il giornalista Walter Molino del Fatto Quotidiano, riporta le nuove dichiarazioni del Nano ai PM Calabresi, a proposito dell'uccisione del giudice Borsellino: «Fu Aiello a premere il pulsante in via d'Amelio. Me lo confidò Pietro Scotto quando eravamo in carcere all'Asinara. E anni dopo me lo confermò Aiello in persona. Aggiunse che a Palermo aveva fatto altre cose, fra cui l'omicidio Agostino. Ma quando ho raccontato tutto sono stato minacciato dai servizi».
Seconda considerazione. Lo scienziato della Cocomeria, nel 2016, scosso dalla memoria ricorda d’essere in possesso delle informazioni sul poliziotto Giovanni AIELLO. Un po' per le sue frequentazioni carcerarie, e perché fornite dal diretto interessato che si fida a tal punto del Nano da confidargli i suoi terribili reati finora senza colpevoli. E' probabile, quindi, che l'AIELLO sia stato colto dal rimorso e svela i propri efferati omicidi al venditore ambulante della Città del nulla. Sarebbe auspicabile che i PM delegati verificassero se, quantomeno, il NANO abbia mai incontrato tale Scotto e se l'AIELLO sia mai venuto in contatto col cretino nato in Via XXV Luglio, 1943, nella Città del Nulla.
D - Ai PM palermitani, DI MATTEO e TRATAGLIA e al Pm LOMBARDO della Procura di Reggio Calabria, lo scienziato della cocomeria rivela: “Aiello voleva sapere da me com'era la situazione a Reggio Calabria, voleva confidenze, io ho fatto confidenze ad Aiello, come era venuta la pace, chi era, chi, chi è stato, chi dei siciliani era venuto a Reggio Calabria... tantissime cose e quindi a questo punto anch'io chiedevo a lui cose personali e lui mi ha accettato che in Via D'Amelio è stato lui”.
E ancora:
“A preparare la bomba sulla 126, a farla scoppiare è stato lui. A prepararla e farla scoppiare, mi ha detto che era ... mi ha detto che era nascosto in un albergo là vicino, in altura, non lo so dov'è, io non ci sono mai stato, mi spiegava, era un albergo in altura”. Terza considerazione. Una cosa è certa. Il Nano e suo fratello Luciano erano dei confidenti.
Se il Nano lo sia stato anche a favore di Giovanni Aiello pare sia poco probabile. Non crediamo che i servizi fossero combinati così male.
E' arrivato il momento di trarre qualche conclusione. Partiamo dall'assunto che lo scienziato della cocomeria sia un essere insignificante, come uomo e come pentito.
La nuova professione del Nano, il pentitismo, rappresenta l'unico mezzo per sostentarsi non possedendo né un'arte né istruzione.
Le sue allucinanti rivelazioni non hanno giovato ai magistrati, che si ritrovano a scrutare minuziosamente i punti e le virgole di quanto dichiarato da tale individuo.
Il “DIBATTITO News”, come al solito, vuole offrire spunti di riflessione agli inquirenti, specie perché nel pool dei magistrati c'è l'ottimo dr Giuseppe Lombardo.
Infatti, nell'analizzare quel poco di materiale a disposizione, ci è incuriosito l'ultima proposizione sopra riportata “… mi ha detto che era nascosto in un albergo là vicino, in altura, non lo so dov'è, io non ci sono mai stato, mi spiegava, era un albergo in altura”.
Con i pochi mezzi a disposizione siamo riusciti a recuperare alcune immagini dal satellite della Via d'Amelio, luogo ove è stata consumata l'ultima strage per opera dei Corleonesi. Non è difficile osservare che nei dintorni della Via D'Amelio non esistano alture.
L'unica altura è quella dove sorge il Castello Ulveggio. Da quell'appostamento è improbabile che il presunto Killer potesse vedere arrivare l'autovettura con a bordo il giudice Paolo Borsellino.
Non si può escludere, ragionando con la mente bacata del Nano, che l'autore della strage possedesse occhiali scanner che gli consentissero di vedere ben oltre i palazzi.

Mantenendoci nell'alveo degli amanti della velina preconfezionata, potremmo immaginare che lo scienziato della Cocomeria sia sincero e che AIELLO, militare navigato, lo abbia preso per i fondelli ammesso e non concesso che lo abbia conosciuto. Salvo che il presunto Killer non si fosse sistemato nell'ultimo piano del palazzo di fronte a quello dell'agguato.

In tal caso, gli inquirenti, ora come allora, potrebbero citare gli inquilini per riconoscere la foto del presunto stragista. Un volto del genere resta impresso nella mente. Per sempre. Qualunque sia la prospettiva, il LO GIUDICE potrà solo creare anomalie giudiziarie poiché, come accennato, non ha mai rappresentato nulla negli ambienti criminali e le sue dichiarazioni inducono ilarità. Dr Lombardo, nel rinnovarLe la stima de “IL DIBATTITO News”, si tiri fuori da questa storia lasciando che la conducano i due PM palermitani le cui peculiarità sono state già state documentate da questa testata. Attendiamo con impazienza le nuove precisazioni dello scienziato della Cocomeria, circa la precisa posizione in cui si trovasse il militare AIELLO. Sia ben chiaro che non stiamo prendendo le difese dell’uomo dei servizi segreti. C'è ne guarderemmo bene. Viceversa vorremmo, nello spirito di una giustizia giusta, contribuire alla ricerca della verità. Siamo stanchi d’osservare la carcerazione di presunti assassini in mancanza della prova regina. Non crediamo al pentitismo di massa, tuttavia andiamo sempre alla ricerca di riscontri oggettivi. Signori PM, ricordatevi il caso TORTORA. Abele
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