OSPEDALI DISUNITI IL COMMISSARIO INDAGATO RIMANE AL SUO POSTO. E OLIVIERO?

Orrore nella camera mortuaria

Oliviero si diverte a contare le stelle cadenti. Il commissario dei disuniti, è indagato! Pare che il magistrato delegato abbia chiuso le indagini, e il presidente della Giunta non lo sostituisce. Forse perché il Presidente della Giunta è condizionato da un capogruppo che copre visibilmente il commissario e che gli porge finanche la carta igienica ogni volta che Oliviero entra nel cesso. Certo, il commissario risparmia sulla pelle degli altri. Il primario di medicina presso il Morelli va in pensione. Che cosa fa il Commissario già primario dell’unità di riabilitazione motoria e respiratoria da lui devastata per evitare la nomina del suo sostituto? Ricorre all’ennesima ristrutturazione e al trasferimento finanche di letti impegnando denaro pubblico destinato probabilmente all’acquisto di medicinali che i familiari dei pazienti spesso e malvolentieri sono costretti ad acquistare. Che cosa fa. Trasferisce il primario dei disuniti al Morelli quando avrebbe dovuto incaricare il dr Mario Calipari da anni impegnato nella divisione di medicina, quale facente funzione. Non solo. Trasferisce pazzescamente un medico di medicina dei disuniti a sostituire il primario. Gli ospedali sono allo sfascio. I padiglioni sventrati come si può osservare dall’esterno, mentre le eccellenze che ci sono a parte gli asini, faticano a svolgere la loro professione. Potrà anche darsi che in questa città corrotta e invisibile vi sia pure qualche senatoricchio reduce della risvolta intenzionato a trasferire con la costruzione dell’ennesimo ospedale, i disuniti nell’area del Morelli. Insomma, i disuniti sono un mattatoio e ancora il centro cuore non batte. Vada via da Reggio, signor Commissario altrimenti farà altri irreparabili danni a discapito della salute dei cittadini ai quali rimane, per chi può, la possibilità di rivolgersi al dottor Alitalia a meno ché i piccoli uomini non porteranno i fiori sulla tomba dello scalo. A presto, limoni neri.