REPUBBLICA.IT - PALERMO Palermo: arrestato il presidente dell'Irfis Basile, patron della Ksm
- -
- 20 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
All'imprenditore viene contestato il reato di calunnia: avrebbe accusato di estorsione una donna che gli chiede di riconoscere il figlio. Ma fra i capi d'accusa ci sono anche corruzione e stalking. Avviso di garanzia a un maresciallo dei carabinieri che avrebbe passato informazioni riservate. Ai domiciliari pure Francesco Paolo Di Paola, collaboratore di Basile
di EMANUELE LAURIA E SALVO PALAZZOLO

Agli arresti domiciliari Rosario Basile, avvocato e presidente dell'Irfis-FinSicilia, finanziaria della Regione siciliana e presidente dell'Ivri, Istituti di vigilanza riuniti d'Italia, leader nel settore della sicurezza: il provvedimento è di questa mattina. Lo comunicano i legali di Basile, gli avvocati Nino Caleca e Antonio Ingroia. A Basile, a capo della Ksm e di altre aziende del gruppo, operanti a Palermo nel settore della security, vengono contestati i reati di calunnia, stalking, corruzione e frode processuale. Ai domiciliari anche Francesco Paolo Di Paola, consigliere delegato della Ksm, stretto collaboratore di Basile. Un avviso di garanzia è stato notificato a un maresciallo dei carabinieri, Salvatore Cassarà, che avrebbe rivelato notizie riservate a Basile sulle indagini in corso.
"Il provvedimento - spiega Nino Caleca - è stato emesso nell'ambito di una vicenda assolutamente personale, vicenda umana, per certi aspetti dolorosa e che quindi concerne esclusivamente la sfera privata della vita di Rosario Basile".
E' una storia che ruota "attorno a un rapporto sentimentale e ad una presunta paternità disconosciuta. L'indagine non riguarda in alcun modo le attività imprenditoriali e gli incarichi istituzionali di Basile - precisa Caleca - e per questa ragione è opportuno che una vicenda dai tratti esclusivamente intimi, personali e dolorosi, non venga strumentalizzata per altri fini".
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Siro De Flammineis, Basile avrebbe accusato ingiustamente di estorsione la donna che chiedeva il riconoscimento del figlio. L'imprenditore ha denunciato di avere ricevuto sms di ricatto dalla signora che però, dal cellulare di lei, non sarebbero mai partiti. Si sarebbe trattato, dunque, di una messinscena di Basile, che ha sempre negato gli addebiti della signora. La procura ha accertato che i falsi sms sarebbero partiti invece da un ufficio della Ksm. ***

Le contestazioni riproducono esattamente uno stralcio della nostra inchiesta giornalistica riguardante la signorina Giunta Valentina. Finalmente, la giustizia ha avuto il sopravvento sui comportamenti mafiosi della famiglia Basile. Signor magistrato i complimenti di tutti i cittadini che ancora credono nella giustizia giusta. Finalmente! E’ auspicabile che anche la Procura di Messina diretta dal dottor Lo Forte, faccia altrettanto sull’inchiesta giornalistica de Il Dibattito News, riguardante l’Istituto di vigilanza “Il Detective”.
Francesco Gangemi
Comments