Dr. Spagnuolo, è andato via da Vibo lasciando le coppole sulle teste dei mafiosi!
- Francesco Gangemi
- 25 ago 2016
- Tempo di lettura: 4 min

Vibo Valentia. Dr Spagnuolo, conosciuto in tutto il mondo per il cosiddetto “Caso Reggio”, ha abbandonato la procura di Vibo per raggiungere quella meno appetitosa di Catanzaro, per il facile carrierismo, lasciando sulle teste le coppole dei mafiosi. Pubblico un accorato disperato urlo d’aiuto di cittadini che non possono né operare né vivere nel territorio vibonese a causa del degrado ambientale e la mancanza di giustizia. Soprattutto, per la mancanza di giustizia e l’assenza completa o il tacito consenso degli apparati dello Stato che hanno acconsentito e permettono a oggi l’evoluzione del malaffare che ha fagocitato tutte le attività lecite del territorio con il reinvestimento dei proventi dal traffico di stupefacenti, di armi, prostituzione, contrabbando, furti, ricettazione e altre attività delinquenziali. I mafiosi hanno sostituito le imprese sane con loro creature lasciando i titolari, molti dei quali consenzienti. Molte le vittime nel ruolo di prestanome, stipendiante e minacciate. Così nel territorio di Vibo, sono tutti consapevoli che i veri titolari di molte aziende ed esercizi commerciali sono in mano dei mafiosi, e che quasi tutte le imprese ed esercizi commerciali operanti nel vibonese, nel lametino e nella piana di Gioia Tauro sono, in sostanza, di proprietà dei Mancuso da Limbadi o dei Mammoliti da Oppido o dei Ciampà o degli Arena o dei Costanza o dei Piromalli di Gioia. Da notare che le Procure fanno quello che possono, in particolare quella di Vibo dove a un procuratore corrotto e affiliato ai Mancuso ne è succeduto altro che faceva tutto lui, nel senso che accentrava tutti i poteri avocando a sé le inchieste e poi le avrebbe fatto maturare avrebbe e pare non abbia raggiunto risultati positivi. EPPURE, CE NE SONO TANTE D’INCHIESTE CHE RIGUARDAVANO TRAFFICI ILLECITI D'OGNI SPECIE CRIMINOSA, I COLLEGAMENTI DELLA MALAVITA LOCALE CON AMBIENTI POLITICI, IMPRENDITORIALI, GIUDIZIARI, E LE PROTEZIONI CUI GODE E PROSPERA. A Vibo tutti gli investigatori dello Stato sanno chi sono i veri proprietari della “P” locale o della “AR”, e della ditta “C” o di varie concessionarie automobilistiche e del negozio “T”, e dei vari supermercati che riciclano la merce dei vari TIR rapinati nell’autostrada, tra cui il centro commerciale “J” o delle varie officine che lavorano per il “NG”, come “C”, “F”, “S”. E chi sono i veri proprietari dell’impresa “CP” che avrebbe appaltato un palazzo giudiziario nella cui costruzione, guarda caso, progettisti, direttore dei lavori e ingegneri sarebbero soci e impelagati in tanti casi che forse meriterebbero maggiore attenzione da parte della Procura. Tutti sanno chi sono i proprietari veri delle varie imprese produttrici di calcestruzzo e quali ditte devono operare nel comune di Vibo perché nessuno possa “disturbarle”, né autorità né malavita. La ditta LOBIANCO, la “T”, la "O e O”, la “R” e “A”, la “L”, la “M”, la “D”: tutte prestanome di MANCUSO da Limbadi. Tutti sanno di chi sono le imprese di pulizia che hanno gli appalti di enti pubblici e di privati, e finanche di qualche palazzo dove si amministra o si dovrebbe gestire giustizia, che pare non abbia eseguito – il palazzo - i controlli sui lavori dei “G” e “N” e la "OL", la “A” e “A”. Tutti sanno a chi è associato con le varie imprese e altre non riescono in quel Vibo, dove ad altre è impossibile a causa di vincoli urbanistici e archeologici. Che però il defunto (ucciso?) architetto Mirarchi, ubriaco favoriva con l’assenso di tale Bellantoni vari progettisti di Vibo. Tutti sanno a chi appartengono i vari distributori di carburante di Vibo che i Mancuso hanno prima taglieggiato e poi se ne sono impossessati. Senza soffermarmi sul porto di tutte le mafie che ha fatto finanche la fortuna di don Carlos Montesano. Tralasciamo le cave abusive che non spetta a noi individuare e punire, e le ditte autorizzate dalla mafia al trasporto degli inerti. Sul parto anale di Gioia Tauro, abbiamo scritto della corruzione collegata alla masso/ndrangheta. Nulla s’è mosso.
Dr Spagnuolo, se dico sciocchezze, mi smentisca altrimenti faccia per esteso i nomi da me indicati con stravaganti lettere dell’alfabeto e mi suggerisca se in quella procura di Vibo v’è per caso qualche magistrato frocio. Personalmente, non ci credo. Lei, SPAGNUOLO e la cordata mi hanno fatto del male. Molto male. Speriamo che Dio non perdoni né lei né i suoi compagni di viaggio che hanno collaborato a costruire un castello di sabbia su iniziativa della DDA reggina, in particolare, su input dell’ex dipendente regionale BOEMI, fallito sindaco di Palmi. Rifletta, Spagnuolo: la parte civile non ha appellato la sentenza con la quale un Giudice che non veniva da Berlino mi ha assolto con formula piena. Da aggiungere che il risarcimento del danno per l'ingiusta detenzione è stato incamerato dall’Equitalia per aver il comitato di gestione – non tutti i membri - deliberato, dopo aver informato con note esplicative il collegio dei revisori, l’assessorato e acquisito il parere scritto dei dirigenti cui erano sottoposti i beneficiari, per tutto il personale livello superiore ibernato dai precedenti comitati di gestione forse per questione di mazzette.
Dr Gratteri, aiuti i cittadini perbene a rimanere uomini liberi!
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