Palermo/Messina: l’invasione non conosce confini. I tentacoli velenosi dell’intoccabile famiglia Bas
- Francesco Gangemi
- 30 lug 2016
- Tempo di lettura: 3 min

1/Nostra inchiesta giornalistica. Ne abbiamo già fatto cenno in passato, ora siamo in grado di testimoniare l’infiltrazione dei Basile nell’Istituto di vigilanza citato nella titolazione al fine d’impossessarsene attraverso illeciti artifizi. Tutto inizia con il solito generale della G. di F. in pensione, tale Formisano, che non trova difficoltà d’alcun genere a sedersi sulla poltroncina di direttore generalizzato. Il compito dell’alto graduato oramai pensionato, è di contribuire alla pianificazione fallimentare della società, cui si sono indegnamente associati i dipendenti venduti e, soprattutto, altri soci con il vizietto della disonestà congenita. Questi, diciamo per essere buoni, guastatori sono stati sempre e comunque ostacolati nel loro piano di devastazione dell’Istituto dal signor Galazia, che è ricorso a tutte le strategie per salvare il salvabile. Precisiamo che dal 24 dicembre 2007 al 29 giugno 2010, l’Istituto è disamministrato dal Formisano supportato dai soci Vincenzo Savasta titolare di una quota sociale pari al 5%, da Antonina e Natalina Corio che ne detengono la maggioranza. Nel periodo poco fa citato, il Formisano s’insedia indebitamente e illecitamente alla guida del C. di A.- Nel triennio d’amministrazione, il FORMISANO Salvatore, si accaparra con violenza immorale del timone che guida la società, e volgarmente si sostituisce a chi di converso avrebbe voluto, facendo ricorso a tutte le sue risorse morali e pratiche, salvare il salvabile. Il Formisano nella sua opera di demolizione è sostenuto da galantuomini che in passato non hanno avuto freni inibitori nel porre in essere il guadagno impedendo dall’accomodare ad altri di denari impiegati in legittimo negozio fin dal decesso del fondatore della società, signor Corio Antonino. Sempre lui, il Formisano, è il simbolo della continuità illecita del passato con il subdolo intento di scaricare le responsabilità di natura penale e civile sulla persona del signor Galizia Emanuele Corrado, facendo ricorso al marchio dell’infamia condensato in tre mesi gestionali cioè dal 13 agosto 2007 al 24 ottobre stesso anno. Sta di fatto che il Fomisano riveste indebitamente la qualifica di presidente del C. di A. e contestualmente, la Daniela Corio, socia, e membra del C. di A. e direttore generale con poteri plenari d’ordinaria e straordinaria amministrazione. Egli è che lo scellerato, perverso e illecito insediamento del Formisano e dei suoi reggi spalla hanno avuto il demerito d’escludere da ogni attività contabile/amministrativa gli aventi diritto signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Daniela Corio. Con l’aggravante che le loro richieste di giustizia finalizzate al recupero della società, depositate presso il Tribunale civile e la Procura di Messina, pare siano rimaste orfane di risposte sul piano giudiziario. Tale inammissibile comportamento rende impossibile la tipologia di qualsivoglia controllo sulla mala gestione dei malfattori e comporta la proliferazione di un' illecita amministrazione che determina la perdita di non poche committenze pubbliche e private già aggiudicate dalla “Corio Antonino Il Detective S.R.L.”-
Eccoti l’ombra malefica della sleale concorrenza della protetta famiglia Basile, la quale si accaparra con la KSM le gare aggiudicate all’Istituto Il Detective. La KSM sistema al suo interno i suoi esponenti, diciamo, più in vista quale il Savasta Vincenzo dirigente della più volte citata KSM, l’avv. Antonino Lo Giudice quale legale e alcune guardie spergiure colluse con la società accasatesi e altri loro colleghi si ritrovino senza lavoro. E’ chiaro che nel triennio del manovratore Formisano, l’Istituto Il Detective perde il proprio patrimonio e le sue risorse umane. Complimenti, intoccabile famiglia Basile e l’acqua scorre liscia sul marmo.
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