
PALERMO – IL CASO GIUNTA VALENTINA
PESTATA A SANGUE CON L’INTENTO CRIMINOSO A FARLA ABORTIRE. LA MAMMA NON S’ARRENDE

Continua dai numeri precedenti. E’ legittimo chiedersi e ribaltare la domanda alla Procura della Repubblica: chi aveva l’interesse di spezzare la vita del bambino che la signorina Valentina portava in grembo? Un labile di mente? Mi rifiuto di conciliarmi con tale tesi. Forse, non sta a me accertarlo, il responsabili dei pestaggi potrebbero identificarsi in quel signorotto che ha minacciato la signorina Velentina ad abortire, che le ha fatto promesse di case, di dazione di denaro, che l’ha minacciata e, infine, con atto di prepotenza l’ha licenziata. Comunque, a chi ha organizzato le brutali aggressioni finalizzate a interrompere la vita del bambino non ha ottenuto l’indegno scopo. La signorina Valentina, come accenno nella titolazione, non s’arrende e il giorno 30 luglio 2014, alle ore 19.45, è all’interno della Stazione dei Carabinieri dove denuncia i fatti al Maresciallo C. Cassarà Salvatore. Il militare raccoglie la denuncia che la signorina Valentina esplicita nei minimi particolari. La denunciante rappresenta d’essere impiegata alla KSM dal 13 maggio 2013, con mansioni amministrative per conto della KSM facente parte del gruppo Basile. Prima ancora d’essere assunta, la denunciate nel mese di febbraio conosce l’avvocato ultrasettantenne Rosario Basile e fu così che scoppiò l’amore tra i due. L’avvocato, bontà sua, è sposato. Chi se ne frega! La Valentina s’accorge d’essere incinta e da quel momento nascono i problemi col padre, ovvero con l’esimio avvocato Rosario. Il quale, senza alcuna esitazione in virtù della sua onnipotenza, passa alle minacce. Finanche la sorella di Valentina, il 19 luglio dopo le ore 20, è accerchiata da due uomini che la bloccano e con fare mafioso, non può essere altrimenti, le “suggeriscono” che avrebbe avuto una avvenire burrascoso finanche nei confronti del figlio e non disdicono di profferire minacce in danno di Valentina ove non avesse desistito “… dal sollevare il polverone”. Quali interessi particolari avrebbero avuto questi signori con la coppola storta ad aggredire finanche la sorella di Valentina che si sarebbe dovuta fare ambasciatrice di morte nei confronti della madre del figlio dell’esimio avvocato? I due egregi signori che hanno intimidito la sorella sarebbero gli stessi che due giorni prima dell’aggressione hanno minacciato la Valentina all’interno degli uffici di proprietà della modestissima famiglia Basile. Infatti, alle ore 16,30 circa del 17 luglio 2014, Valentina s’inoltra nell’ufficio della KSM per la consegna al responsabile Di Marzo Giuseppe, sito nel seminterrato in Via Fra Pantaleo, per la consegna del certificato attestante la sua maternità. Il Di Marzo avverte la Valentina che due signori, così li ha definiti il Di Marzo, la dovevano, diciamo, interrogare in un locale attiguo all’ufficio del responsabile, dove ad attenderla sono seduti due uomini che l’accolgono che il sorrisetto sarcastico di chi è delegato al crimine. Assolto il suo compitino, il Marzo se ne va. I due cavalieri senza spada, intimano alla Valentina d’accomodarsi. Il più apparentemente grande d’intelletto, si presenta come di Paolo Francesco Paolo sedicente cugino dell’amabile Rosario, l’altro, su invito della sequestrata, riferisce di chiamarsi Maurizio. Il Di Paola, a bocca spalancata tira fuori le sue credenziali: è un dirigente della KSM, e snocciola i misteri dolorosi: “SONO IL CUGINO DELL’AVV. ROSARIO BASILE E’ LUI MI MANDA. LA DEVI FINIRE CON QUESTA STORIA DEL BAMBINO PERCHÉ SENNÒ È PEGGIO PER TE … SE TU CHIEDI IL TEST DEL DNA E RISULTA POSITIVO, TI FAREMO SPARIRE IL BAMBINO E FACCIAMO DI TUTTO PER FARE RISULTARE CHE FAI LA PROSTITUTA, TU ASSIEME A TUA SORELLA … DEVE SPARIRE DALLA CIRCOLAZIONE ALTRIMENTI SONO GUAI, TI FACCIAMO TOGLIERE IL BAMBINO RIUSCENDO A PROVARE CHE SEI UNA POCA DI BUONO…”-
Come, un avvocato conosciuto in tutto il belpaese si sarebbe innamorato di una prostituta nonostante fosse sposato? Mi chiedo: il Maresciallo ha segnalato le minacce gravissime di stampo mafioso subite dalla Valentina? Immagino che l’abbia fatto e la Procura ha esperito accertamenti? Quali esito avrebbero dato? Sono stati denunciati all’A. G. i due malviventi? E’ stato interrogato e indagato il prodigioso avvocato? Interrogativi senza risposte. Quali sarebbero le conclusioni da trarre? La famiglia Basile è al di sopra della legge? Forse! La Valentina, per nulla intimorita, risponde ai due picciotti che il figlio è suo e che nessuno si sarebbe dovuto intromettere in questa vicenda e che a loro non interessava chi fosse il padre di suo figlio. Il Di Paolo, consegna una foglio di carta alla Valentina avvertendola che avrebbe divulgato la foto. Infatti, su quel pezzo di carta è riprodotta una foto a colori risalente all’epoca in cui la Valentina suona diciassette anni, assieme a un amico, tale Marano Benito. Il quale, sul trampolino piscina nella sua villa, la cinge nuda ai fianchi. Valentina ritiene che quella foto sia manipolata, d’altra parte la cosa non mi stupisce poiché finanche alcune intercettazioni sono state addirittura manipolate.
Colto da nausea, rimando al prossimo numero.
3/Continua.