top of page
Cerca
  • -

BASTA CON LA TRAZIONE TEDESCA CHE PENALIZZA L'ITALIA


Che nella Dichiarazione sottoscritta dai 27 Paesi membri dell’UE del 25 marzo 2017, a Roma, ci sia un passaggio che recita testualmente: “renderemo l'Unione europea più forte e più resiliente” (aggettivo, quest’ultimo, poco usato nel linguaggio comune della lingua italiana, che letteralmente significa ‘far fronte in maniera positiva a eventi traumatici’ o, più chiaramente, ‘colui che resiste, che si difende con forza’) può anche starci se riferito alla vicenda della Brexit, ma non ci sta per nulla se riferito all’onda antieuropea, antieuro e populista che attraversa oggi la Comunità.

Questa realtà non si combatte, infatti, con la ‘resilienza’ (resistere agli urti senza spezzarsi) che anzi può essere percepita come intollerabile sfida da chi oggi vuol cambiare, ma va affrontata con quanto è scritto più avanti, nella stessa Dichiarazione, quando si afferma che si lavora per “…un'Unione che generi crescita e occupazione; un'Unione in cui un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche, e una moneta unica stabile e ancora più forte creino opportunità di crescita, coesione, competitività, innovazione…, in particolare per le piccole e medie imprese; un'Unione che promuova una crescita sostenuta e sostenibile attraverso gli investimenti e le riforme strutturali…” che è appunto quel che serve all’Unione Europea.

Così come serve abbandonare la politica finora seguita di tutela degli interessi dei Paesi del Nord Europa, che ha nella signora Merkel la propria rappresentante, o comunque di amalgamarli con gli interessi della parte meridionale dell’Unione senza entrarne in conflitto. Il caso più eclatante è quello che passa per difesa degli interessi dei porti come Rotterdam, Amburgo e Anversa che, oggi, monopolizzano il traffico mercantile con container, spingendo gli altri Paesi a trovare soluzioni alternative al percorso naturale previsto dalla vecchia Europa (che avrebbe dovuto ridurre i tempi di trasporto) come quello italiano che è stato boicottato senza alcun riguardo anche degli interessi dei cittadini del Mezzogiorno d’Italia che si sono visti privare anche dell’Alta Velocità.

I cinesi, vista la pavidità dei tre governi messi su da Napolitano, si sono spostati in Grecia facendo del Pireo la porta d’ingresso in Europa dei propri prodotti e la porta d’uscita delle mercanzie destinate al proprio mercato. La Spagna e la Francia lavorano al FerrMed (un sistema di trasporto ferro-mare usando i propri porti che si affacciano nel Mediterraneo). L’Egitto, a dispetto di quanti ipotizzano un trasporto ferroviario dalla Cina all’Europa, non volendo perdere l’opportunità di sfruttare il proprio ruolo, col Canale di Suez, ha provveduto ad allargarlo per far fronte ad una intensificazione dell’interscambio commerciale Est-Ovest e viceversa.

Solo l’Italia, subalterna e poco accorta, non ha fatto nulla se non quello di continuare a boicottare il Ponte sullo Stretto (anello fondamentale del trasporto container) decidendo di tagliarsi i ‘cabasisi’, come gli imbecilli fanno, per far dispetto alla propria moglie con un “niente Ponte e niente Alta Velocità a sud di Salerno”.

Come si può allora generare crescita e occupazione, come si afferma nella Dichiarazione, se l’intervento europeo è teso solo a verificare quant’è il deficit e di quanto si deve rientrare mentre non ha possibilità d’intervenire quando si sperperano fior di quattrini, come ad esempio, con i bonus di Renzi utilizzati per la sua ascesa al potere (famosi gli 80 euro che son costati circa 6 miliardi di euro al netto degli errori di erogazione) e che non son serviti a produrre ricadute durature sul Paese. Con la metà di quella inutile spesa si poteva costruire il Ponte che avrebbe prodotto ricchezza e salvato i porti a partire da Augusta, Gioia Tauro e Taranto, e con l’altra metà si sarebbe evitato il braccio di ferro con la UE per lo sforamento di 3,4 miliardi e di dover pagare anche una salatissima penale per la rescissione del contratto d’appalto regolarmente vinto dall’Eurolink per il Ponte.

Giovanni ALVARO


58 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page