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GRANDI E PICCOLE OPERE PASSANDO PER LE INTERDITTIVE


Le operazioni AMALGMA e Cumbertazione hanno fornito uno spaccato della corruzione che sottende gli appalti dei lavori pubblici nella penisola. Abbiamo già scritto che fuori dalla Calabria i reati sono rubricati, al più, con l'art. 416, invece nella Regione più povera del mondo si associa sempre e comunque il bis. A ciò si deve aggiungere che settimanalmente fioccano numerose interdittive antimafia, di cui la maggior parte sono basate su: reato di nascita o di regionalismo o di parentela o di caffè. Viceversa, le imprese oltre Regione oramai fanno incetta di appalti e sono ben viste dalle locali prefetture, consentendo loro d’operare nel nome della legalità. Ad esempio, Impregilo e Condotte che faranno la fortuna del nuovo procuratore di Locri.


Se poi l’organigramma della Procura si completi con la legittimazione della nomina del dr ARCADI, magistrato indiscusso e persona perbene, la pulizia anche all’interno sara più ferma sia pure nel segno del garantismo. Le sentenze del TAR della città del nulla? Meglio non commentarle. Tradotto in risultati, registriamo circa cinquantamila operai disoccupati. Quale sarà il disegno finale? Avremmo delle idee ma stiamo facendo delle verifiche. Una circostanza è inconfutabile. A un’interdittiva, a un sequestro di un'impresa o azienda corrispondono decine di famiglie in preda alla disperazione. Viceversa, sul versante giudiziario, i soliti cosiddetti curatori al seguito, continuano a ingrassare smisuratamente. E sempre gli stessi. A circolo formato.

Le Prefetture non possono trincerarsi dietro le informazioni ricevute dal gruppo interforze. I militari si limitano a segnalare fatti, circostanze e incontri. I signori Prefetti, Eccellenze, devono valutare se le informazioni ricevute possono costituire effettivamente pregiudizio. Per l'antimafia.

Ci domandiamo e chiediamo chi deve garantire l'ordine pubblico e assicurare i criminali alle patrie galere? Se sono così tanti i mafiosi e gli affiliati che possano avvicinare gli impresari, estorcendo loro mazzette o imponendo forniture dei materiali o della manodopera, ci domandiamo: chi è direttamente responsabile? Ormai è pensiero unanime nella città del nulla che la colpa sia dell'imprenditore perché dovrebbe denunciare questi soggetti infischiandosene delle ripercussioni materiali e fisiche proprie e dei loro familiari.

Il Dibattito, non amministra la giustizia, né le Prefetture, si limita a commentare, a suo modo, le angosce, le paure e le disperazioni di quella parte d’economia che era rimasta in piedi dopo la partenza del cono d'ombra verso Caput Mundi. Per il futuro si profila un periodo ancora più buio. Infatti, è sempre più insistente, l'ipotesi del nuovo procuratore della città del nulla possa essere il fido olivastro. Attuale aggiunto di Caput Mundi. Possiamo solo augurarci che i nostri figli abbiano il coraggio di scappare via da questa terra così bella ma infaustamente maledetta. Nella consapevolezza che non faranno mai più ritorno, lasciando spazio agli acculturati dell'antidrangheta che continuano a vomitare merda dalla bocca, dimenticando di scrutare all'interno delle proprie famiglie.

Un’ultima considerazione. Quanto sono costati in termini di risarcimento i danni per ingiusta detenzione, e le operazioni di Polizia degli ultimi dieci anni?

Speriamo me la cavi



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