Papa Benedetto XV dichiarò la guerra “inutile strage”. Ancora, Papa Francesco ebbe a dire “Tutto si
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- 22 set 2016
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Papa Benedetto XV dichiarò la guerra “inutile strage”. Ancora, Papa Francesco ebbe a dire “Tutto si perde con la guerra, tutto si guadagna con la pace”. Il grande dilemma è: esiste una guerra giusta? E che cosa è la pace giusta? Che significa ingerenza umanitaria?”. Questi sono i grandi dilemmi odierni che si presentano agli uomini i quali si concretizzano in ciò che sta accadendo in Medio Oriente crogiuolo di popoli, razze e religioni. In questa zona nacquero le grandi civiltà, non vogliamo andare molto indietro nel tempo ma intendiamo dare la nostra chiave di lettura di ciò che sta succedendo in questo lembo di terra martoriata. L’Impero Ottomano aveva uno sviluppo territoriale da Costantinopoli a Bassora in Iraq sfiorando l’Arabia Saudita, il Kwait e la Persia, fino in Libia e nei Balcani inoltre la Grecia, Bulgaria, Romania. Durante il grande conflitto era alleato agli Imperi Centrali i quali lo trascinarono nella sconfitta. Le nazioni vincitrici pensarono bene di sostituirsi a esso occupando militarmente le varie zone o amministrandole come territori d’influenza. Ci sono voluti oltre centocinquanta anni dalla fine della Grande Guerra e caduta dell’Impero Ottomano affinché si facciano le dovute considerazioni e si tenti di apportare le correzioni a ciò che si produsse di sbagliato nel periodo sopra citato. Ci riferiamo allo smembramento del territorio nel Medio Oriente creando nazioni con nessuna logica, senza tenere conto che si associavano popoli differenti con religioni, tradizioni, usi e costumi millenari propri. In un nostro precedente scritto, del 1990, in costanza della guerra del golfo e l’invasione dell’Iraq da parte delle truppe statunitensi abbiamo, tra l’altro, considerato e scritto “la creazione di nuove nazioni al dissolvimento dell’Impero Ottomano si fece a tavolino usando la riga e matita tanto sono lineari i confini tra gli stati”. Ora si sta riconsiderando il tutto da parte delle potenze occidentali le quali hanno finalmente compreso che l’aggregazione di allora era quantomeno discutibile. Si sta cercando di porre rimedio ai guai già prodotti, ma mentre allora era relativamente facile sistemare il tutto, ora le cose si sono complicate ancora di più per l’ingordigia di guadagno con il commercio delle armi e lo sfruttamento delle risorse minerarie. In tutto questo contesto si consideri inoltre che i vecchi assetti politici sono cambiati, leggi sfaldamento dell’impero sovietico, rientrando nello scacchiere mondiale territori e nazioni che con la fine del secondo conflitto mondiale furono accorpate alla grande potenza sopra menzionata. Prima della caduta del muro di Berlino le contrapposizioni fra i due blocchi erano evidenti e ognuna delle parti aveva i mezzi per difendersi dalle ingerenze altrui, talvolta con atteggiamenti pragmatici, per esempio il discorso del presidente Kennedy a Berlino, o con la minaccia, tanto per citare, quella di Crusciov di posizionare missili balistici a Cuba. Dopo lo sfaldamento dell’URSS quasi tutte le nazioni europee che erano sotto il suo ombrello cambiarono casacca con grande entusiasmo del mondo occidentale il quale vedeva in tutto ciò l’opportunità di “fare soldi” vendendo a piene mani il sogno democratico e l’accorpamento di queste in una associazione sovranazionale, la Comunità Europea, la quale alla prima difficoltà ha perso il senno senza sapere come comportarsi alle problematiche incombenti. A questo si aggiunga la fuga delle repubbliche asiatiche, una volta sottomesse ai sovietici, che molto ricche di materie prime fanno gola agli avvoltoi occidentali. Stando così le cose la Russia si vide circondata da stati che prima erano suoi subalterni mentre ora cercano nuove alleanze creando delle criticità. Vi sono inoltre dei territori che furono occupati, dopo il primo conflitto mondiale, dalla nascente nazione turca la quale cercò di darsi un assetto democratico ma in effetti rimase ancorata alla religione islamica più radicale. Soprattutto non gradiva che al suo interno vi fosse un popolo di etnia diversa, i Curdi, da sempre in netta contrapposizione. Così si perpetrarono dei genocidi che tutt’oggi non sono riconosciuti. Ora facciamo delle riflessioni di ciò che succede in alcuni territori del medio oriente da sempre martoriati e fatti oggetto della cupidigia delle nazioni colonialiste. Con la guerra Iraq-Iran, che i primi combatterono per conto degli USA, vi fu l’accordo segreto di avere mano libera di non prendere posizione contro a una eventuale espansione territoriale avverso il Kwait, gli Stati Uniti disattesero questo accordo e per tale motivo vi fu la prima guerra contro l’Iraq. In seguito scoppiò un ulteriore conflitto con la motivazione che l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa le quali potevano essere usate contro Israele. Per ciò le truppe anglo-americane lo invasero eliminando fisicamente il presidente Saddam Hussein. Queste armi di distruzione di massa non furono mai trovate. Bisogna tenere presente che la maggioranza degli iracheni sono Sunniti, come Saddam, ma da questo tenuti ai margini della politica, quindi venendo a mancare il capo carismatico e lo smembramento della nazione, questi presero il sopravvento creando uno stato fondamentalista basato sul terrore, occupando militarmente vasti territori imponendo un governo rivoluzionario applicando la Sharia, eliminando tutte le minoranze loro avverse. Tale massa di terroristi sono appoggiate dall’Arabia Saudita e dagli Emirati del Golfo, alleati degli USA, che foraggiano con armi e denaro. In questo contesto sortiscono i contrasti più assurdi, tutto e il contrario di tutto, si verificano le cose più illogiche ma sempre all’ombra del dio denaro. La Turchia fa parte della NATO e come tale deve combattere l’Isis che ha invaso la Siria, invece con esso intrattiene rapporti commerciali lucrandoci e foraggiando con valuta pregiata le attività dei ribelli. Frattanto la contraerea turca abbatte un aereo militare russo, con l’accusa di avere invaso il suo spazio aereo, per cui dai russi viene minacciata di rappresaglia. I russi sono alleati di Bashar al Assad, presidente della Siria quindi combattono i ribelli compresi i Curdi a lui avversi e i terroristi dell’Isis. Dopo l’abbattimento dell’aereo vi furono proteste da parte russa con qualche minaccia per niente velata, intanto in Turchia si verificano degli attentati dai quali i russi dichiarano la loro estraneità, fatto sta che dopo poco tempo le due parti si frequentano da buoni amici. Qualche tempo dopo viene sventato un colpo di stato ai danni di Erdogan il quale accusa gli USA di avere agevolato il complotto. E i russi stanno a guardare. La Turchia contemporaneamente combatte l’Isis ma intrattiene sottobanco rapporti commerciali con essi, appoggia gli oppositori di Assad che è alleato dei russi, è in lotta con i Curdi che a loro volta sono contro gli islamisti e Assad ma alleati degli occidentali. La Siria da diverso tempo è sotto osservazione delle potenze occidentali per la posizione strategica che occupa e la sua stretta amicizia con Putin. Non dimentichiamoci che la Russia è circondata da nazioni ostili, inoltre ha il contenzioso dell’Ucraina, non crediamo di essere tanto lontani dalla verità se ipotizzare che nel tempo potrà esserci un disimpegno della Russia in Siria, o quantomeno un alleggerimento della sua posizione, con la possibilità di avere mano libera in Ucraina e nelle repubbliche caucasiche. In tutto questo contesto dobbiamo inserire la Cina la quale al Pireo ha una base logistica, che l’Italia a rifiutato per Taranto, per l’approdo delle sue navi porta containers. La diplomazia è la scienza dell’impossibile. Le nazioni occidentali da sempre, per il vile denaro, vogliono fare passare per buone le idee di democrazia imposta con le armi. Questo “modus operandi” in effetti è il volano per lo sfruttamento dei popoli. I paesi così detti democratici per lungo tempo hanno sopportato, sottaciuto e tutt’ora sostengono in molti scacchieri le nefandezze di governi loro amici che di democratico non avevano e non hanno neppure l’ombra.
Il Presidente (Dr. Antonio Pizzi)
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